"L’esecutivo in carica ha dimostrato ‘buona volontà rispetto alla concentrazione sui problemi di stabilità economica e finanziaria. Il punto è che realisticamente la strada è ancora tutta in salita. Resta però un fatto e cioè la credibilità che il nostro Paese ha in campo europeo e non solo". E’ il parere espresso dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, in un’intervista che sara’ pubblicata sul prossimo numero del settimanale Tempi, in edicola da domani. "Quest’apertura di credito – continua il presidente della Cei – e’ una grande occasione che non va dilapidata, a condizione che si continui per la strada intrapresa con una crescita anche dello sviluppo che giustifica i sacrifici fatti e da fare. Anche perche’ – come sempre – i sacrifici ricadono più pesantemente sulle fasce deboli e su quanti gia’ faticano ad andare avanti in condizioni normali". Nella conversazione, anticipata dal settimanale nei suoi tratti salienti, Bagnasco tocca molti temi. Sugli interventi a favore di famiglia, scuola e lavoro, il cardinale spiega: "Le misure ‘urgenti’ e ‘necessarie’ cui sto pensando sono almeno tre. La prima e’ un deciso alleggerimento fiscale, orientato a sostenere le famiglie con carichi familiari per attuare finalmente criteri di equita’. Occorre sostenere senza ambiguita’ le nuove famiglie e le nuove generazioni costruendo esplicite politiche attive di natalita’. La recente proposta del Fattore Famiglia, da parte del Forum delle associazioni familiari, pare adeguato come punto di partenza per individuare le misure piu’ adatte a questo scopo e in questo particolare momento storico".
La seconda priorita’ indicata da Bagnasco "ha a che fare certamente con il lavoro e soprattutto il lavoro per i giovani. Attendiamo, tra le politiche di riforma, un segnale chiaro di sostegno all’inserimento dei giovani nella vita attiva, con forme flessibili certo ma non precarie di aiuto all’avviamento al lavoro e all’imprenditoria giovanile. Infine una terza priorita’ – rileva il presidente della Cei – attiene al sostegno che si deve alla cura educativa delle nuove generazioni, una sfida che vede la famiglia spesso abbandonata a se stessa. Non si tratta solo di investire sempre di piu’ sulla cultura e sulla formazione, ma di attivare un processo di autonomia e di liberta’ in tutto il sistema scolastico, superando anacronistiche pregiudiziali ideologiche e assicurando una rinnovata alleanza tra genitori e operatori scolastici". Bagnasco giudica "indifferibile che i partiti, pur nelle loro legittime differenze, non si sottraggano al compito di soluzioni condivise in presenza di una crisi fuori dall’ordinario. Infine penso che ‘il male ha buon gioco’ quando invece di dare spazio alla realta’ si finisce per inseguire sogni personali di affermazione che sono un lusso inutile e un danno sicuro per tanti".
"Pure a fronte di opere cosi’ eloquenti, permane tuttavia – afferma Bagnasco conversando con Luigi Amicone – una lettura forzatamente ‘politica’ che descrive la Chiesa come fosse una ‘lobby’ insieme ad altre, alla ricerca della propria fetta di potere. E allora il passo alla denigrazione, al sospetto, alla polemica e’ breve.
Quando cio’ accade non si ferisce la Chiesa nelle sue intenzioni, ma i tanti che traggono un aiuto concreto che probabilmente non hanno garantito in alcun modo altrove".
CARCERI. "Come Pastori – dice ancora Bagnasco – da tempo abbiamo sottolineato la necessita’ di approntare un piano-carceri che sia degno della nostra tradizione giuridica e umanistica. Anche un solo suicidio che avvenga per le condizioni disumane cui sono soggetti i carcerati e’ di troppo. Non e’ vero, e non si puo’ pensare che quelle dei carcerati siano vite a perdere. Le cifre del sovraffollamento sono inaccettabili sotto il profilo sociale ed etico".
"Ho avuto gia’ modo – ricorda il presidente della Cei – di affermare che la Chiesa ha sempre pagato l’Ici per quel che riguarda le sue attivita’ commerciali. Altro discorso e’ quello relativo al mondo del no profit, fuori e dentro la Chiesa. Cio’ nonostante, se qualche situazione di abuso fosse rilevabile, non vi e’ dubbio che vada sanzionata nell’interesse di tutti. Quanto all’Imu attendiamo con serenita’ e disponibilita’ le determinazioni del Governo per chiarire definitivamente tale questione. Come ho avuto modo di dire piu’ volte, non pagare le tasse e’ peccato. E oggi la leva fiscale e’ la strada maestra per compartecipare alle necessita’ del bene comune, tenendo pure conto concretamente delle differenti condizioni di partenza perche’ non si chieda troppo a chi ha poco e poco a chi ha troppo".
"Un’Europa che non diventi anche avventura culturale e spirituale – avvisa Bagnasco – non riuscira’ a plasmare il sentimento di appartenenza, e non sara’ mai una comunita’ di destino. Ci vuole il coraggio di un’autocritica condotta a partire dal momento in cui si abbandono’ il termine comunita’ per quello piu’ banale di unione, e si censurarono le radici cristiane obiettivamente storiche del continente, ritenendola una reticenza di stile del tutto ininfluente. (à) Anche la moneta unica potrebbe paradossalmente diventare un volano di vera integrazione, se la si ricomprendesse come un bene comune che non misura solo la potenza degli Stati aderenti, ma alimenta le condizioni di vita degli europei. I quali desiderano essere cittadini non solo il giorno delle elezioni, per poi tornare a fare i sudditi di una burocrazia tecnocratica, che cerca di forgiare una missione europea impopolare e scoraggiante. Per questa strada si rischia di tornare ad essere europei solo geograficamente. Ma questo e’ troppo poco, anzi dannoso".