Con 258 voti a favore e nessun contrario, l’Aula del Senato ha approvato in prima lettura la riforma del sistema portuale, che ora passa all’esame della Camera. Il ddl rafforza i poteri di indirizzo e coordinamento e l’autonomia finanziaria delle Autorità portuali, accentuando il carattere manageriale della gestione, semplifica le procedure per l’approvazione del piano regolatore portuale e per il drenaggio. Il ddl prevede anche la costituzione di sistemi logistico-portuali e istituisce un fondo di finanziamento delle connessioni intermodali. Grande la soddisfazione del realtore e presidente della Commissione Infrastrutture, Luigi Grillo, del Pdl. L’approvazione in Senato della legge di riforma della portualità – spiega – segna un punto di svolta in uno dei settori più strategici del paese. Con le nuove norme, non appena la Camera dei deputati avrà esaminato e licenziato il testo, si sono create le condizioni per rendere più efficiente l’organizzazione nei porti, si è definita una nuova governance favorendo il protagonismo dei presidenti delle Autorità, si sono velocizzate le procedure per l’approvazione dei piani regolatori portuali, si sono rese piu’ attrattive le condizioni per gli investimenti dei privati in banchina’. Secondo Grillo, ‘di rilievo poi, la norma che, di fatto, evitera’ il ricorso a commissari in caso di mancata intesa tra il governo e il presidente della regione di riferimento.
Questo corredo di norme, unitamente agli strumenti finanziari gia’ inseriti in precedenti provvedimenti legislativi adottati di recente dal Parlamento, sono una condizione piu’ che sufficiente per avviare corposi investimenti, velocizzare le decisioni, e quindi recuperare competitivita’ a livello di sistema nel comparto dei trasporti marittimi’.
‘Se e’ vero che l’Italia – continua – e’ il paese in Europa maggiormente dotato di porti, dobbiamo fino in fondo utilizzare questa potenzialita’ facendo diventare a tutti gli effetti il nostro paese la piastra logistica piu’ importante del Mediterraneo cosi’ da calamitare gli ingenti traffici provenienti dall’estremo est e diretti al cuore dell’Europa’.
L’assemblea del Senato, ma con il voto contrario della senatrice giuliana del Pd, Tamara Blazina, ha anche approvato un ordine del giorno, a prima firma del senatore della Lega Nord, Roberto Castelli, che chiede la costituzione di zone franche per il Porto di Trieste, come previsto dal Trattato di Parigi del 1947.
‘Trieste ha un porto dalle potenzialità enormi – ha spiegato Castelli – non soltanto perchè si trova all’interno del corridoio V, ma anche perchè è nodo cruciale di quel corridoio Baltico-Adriatico che è stato approvato come rete transeuropea, grazie all’azione del ministro Matteoli e del sottoscritto, dopo un intenso lavoro diplomatico in Europa.
Trieste si trova quindi in una posizione strategica fondamentale. Tuttavia la spietata concorrenza di Koper impone scelte rapidissime. Le disposizioni dell’odg – ha concluso Castelli – sarebbero un valore aggiunto tale da invitare i traffici internazionali a sinistra dell’Alto Adriatico, perchè i vantaggi fiscali che ne deriverebbero sarebbero tali da pareggiare quelli che oggi Koper ha nei confronti di Trieste stessa’.