Da palazzo Chigi gettano acqua sul fuoco, spiegano che è ancora presto per giudicare che tipo di campagna elettorale sarà quella che appare già iniziata, e soprattutto per capire cosa succederà dopo la fine del governo tecnico. Ma le parole pronunciate in crociera con i militanti da Silvio Berlusconi preoccupano più di qualche esponente del governo, che vede ‘picconata’ già da adesso la ‘agenda Monti’
Perchè i bersagli del predecessore di Mario Monti sono proprio alcuni dei provvedimenti caratterizzanti del governo dei tecnici: "L’Imu, la cui abolizione aprirebbe un buco di bilancio mettendo al rischio il risanamento dei conti; il fiscal compact, che fissa i ‘guard rail’ europei cui spesso Monti fa riferimento; e anche il fondo Esm, per la cui operatività anche per diminuire lo spread il premier si è speso per mesi", ragiona un esponente dell’Esecutivo. Senza contare, aggiunge un altro membro del governo, i dubbi sul futuro che simili dichiarazioni possono instillare nei partner europei: "La freddezza della Merkel è esplicativa…".
Ma dallo staff del premier non si lascia trapelare alcun commento, si spiega che più di una volta dichiarazioni che hanno mandato in fibrillazione la politica si sono poi rivelate senza conseguenze. E così, anche queste di Berlusconi "non sono dichiarazioni che cambiano gli scenari mondiali…". In ogni caso, "Monti non può fare altro che dire che i partiti saranno responsabili, dopo quanto hanno fatto in questo finale di legislatura. Poi vedremo". Restano infatti le dichiarazioni pubbliche del premier, che negli ultimi dieci giorni si è più volte preoccupato di invitare i partiti a "non vanificare gli sforzi fatti", di esprimere la sua preoccupazione per il rischio di un "ritorno delle vecchie politiche", di chiedere per il futuro il "pieno sviluppo delle riforme avviate" per il quale "ci vorrano anni", di rassicurare i partner europei sul fatto che la strada di disciplina finanziaria imboccata dall’Italia è irreversibile, così come l’invito a non fomentare atteggiamenti antieuropei.