‘E’ uno dei pochi presidenti che non ha un avviso di garanzia e come tale non aveva nessun obbligo di dimettersi, ma ne ha fatto un obbligo di dignità e di responsabilità’. Così, intervistato dal Messaggero, il leader dell’ Udc Pier Ferdinando Casini commenta la decisione di Renata Polverini di dimettersi, sollecita i partiti ad essere più trasparenti e chiede di rivedere la riforma federalista che ha modificato il titolo V della Costituzione: ‘non solo la riforma voluta dalla sinistra e dalla Lega – precisa. – Anche i decreti del governo Berlusconi vanno riscritti. Sono stati i partiti ad aver fallito – sottolinea Casini. – La prima Repubblica aveva grandi partiti con costosi apparati ed è caduta proprio sulla critica a queste strutture. Un sistema che andava cambiato, ma ora siamo a dei partiti di plastica. Nella migliore delle ipotesi a partiti personali, nella peggiore a comitati d’affari’. Una soluzione è quella di stabilire ‘controlli rigorosi per i finanziamenti che i partiti usano’. ‘Diamo competenze alla Corte dei Conti – propone Casini – e stabiliamo che servono statuti per regolare la democrazia interna, ma guai a ritenere che i partiti non servono’. Fiorito pronto a ricandidarsi?
‘Intanto – spiega il leader Udc – dovrà trovare un partito che lo ricandidi, a meno che non faccia una lista propria’. Ancora presto per valutare di riproporre l’intesa Udc-Pdl per il governo del Lazio, spiega Casini, ma ‘è chiaro che ci sarà un election day con il Comune di Roma e bisognera’ fare una riflessione molto seria’. Per il leader Udc, Renata Polverini ‘è diventata il parafulmine delle contraddizioni interne al Pdl che si scaricavano tutte su di lei. La causa vera di questa sconfitta è stata quella di non avere un’interlocuzione seria a livello nazionale’. Il suo gesto, aggiunge, ‘restituisce l’onore politico a tanta gente che fa politica seriamente’.