Sono attese per oggi le dimissioni della governatrice del Lazio, Renata Polverini che come ultimo atto procederà al taglio degli assessori. "E’ l’effetto dei veleni nel Pdl – scrive Ernesto Menicucci a pagina 8 del Corriere della Sera – . Perchè a fare le spese del rimpasto quasi ‘postumo’ saranno, molto probabilmente, i membri di giunta più vicini ai rivali interni della Polverini, in particolare quelli legati ad Antonio Tajani.
‘Ballano’ quasi tutti gli ex forzisti: Fabio Armeni (Patrimonio), Marco Mattei (Ambiente) e Stefano Zappalà (Turismo). Ma rischiano anche Angela Birindelli (Agricoltura), indagata a Viterbo, e gli ex An Pietro Di Paolo (Rifiuti) e Luca Malcotti (Lavori pubblici). Uomini, questi ultimi, vicini ad Alemanno il primo e al senatore Andrea Augello il secondo. Salvi tutti gli assessori vicini alla Polverini. I due dell’Udc (Ciocchetti e Forte), ‘er pecora’ Teodoro Buontempo (La Destra), l’ex Ugl Stefano Cetica, gli amici di Renata come Mariella Zezza, Pino Cangemi e Fabiana Santini che con lei vanno a correre la domenica mattina. Ha tutta l’aria di un regolamento di conti: la Regione e’ caduta, ma la guerra col Pdl non e’ finita. La governatrice, in una riunione-lampo con gli assessori, e’ chiara: ‘Tengo solo quelli di cui mi fido’. Deciso anche il percorso: azzeramento dell’esecutivo regionale e rinomina con nuove deleghe. Mossa che scatena i malcontenti nel Pdl. Tanto che, di nuovo, e’ intervenuto Berlusconi, avvertito dagli uomini del Lazio a lui piu’ vicini: ‘Evitiamo di esasperare gli animi’, il tentativo in extremis del Cavaliere. Che, pero’, come nel caso delle dimissioni della governatrice, ha poi mollato la presa. La Polverini e’ determinata: ‘Sono il presidente uscente della Regione Lazio, ma non sono ancora uscita. Stiamo concordando con il ministro Cancellieri alcuni aspetti" (à). Ma intanto il penultimo atto della giunta, e’ stato la conferma di una serie di direttori: sette interni, uno esterno (il capo dell’avvocatura) e uno proveniente da un’altra amministrazione (Raffaele Marra, altro ex Ugl).
Quanto ai tempi tecnici che porterebbero secondo la governatrice il Lazio ‘al voto a febbraio si sta valutando con il ministro Cancellieri la migliore soluzione. "Una soluzione che, pero’, non coinciderebbe con quella segnalata dal Quirinale – scrive Mauro Favale a pagina 11 di Repubblica – che sta provando a chiarificare un quadro politico complesso soprattutto a Roma, dove potrebbero accavallarsi elezioni politiche, regionali e ammini-strative.
Per questo il Colle ieri ha voluto ricordare come i 90 giorni di tempo previsti per legge determinano i tempi per celebrare le elezioni e non per indicare la data per le urne. Un invito, dunque, a chiarire in fretta la situazione per evitare proprio cio’ che la governatrice aveva segnalato al capo dello Stato e al premier Mario Monti prima della sua conferenza stampa di lunedi’, e cioe’ ‘le gravi ripercussioni sul paese’".