Riguardo ai reati di corruzione esistono in Italia ‘una rilevante difficoltà di emersione’ e anche ‘una scarsa propensione alla denuncia’. L’allarme è del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, intervenuto oggi a Courmayeur (Aosta) a un convegno sul tema ‘Riciclaggio e corruzione: prevenzione e controllo tra fonti interne e internazionali’, al quale partecipa anche il ministro della Giustizia, Paola Severino. La corruzione è difficile da contrastare – ha detto Giampaolino – ‘non solo perchè si tratta di comportamenti che spesso nascono da un accordo tra corruttore e corrotto – ha aggiunto Giampaolino – ma anche perchè nell’ambiente in cui esse sorgono anche le persone estranee al fatto ma partecipi all’organizzazione non dimostrano disponibilità a denunciare fenomeni di quel tipo’. Secondo il presidente della Corte dei Conti è necessario ‘un quadro di prevenzione generale’. C’è bisogno, secondo il presidente Giampaolino, di ‘congegni amministrativi e di procedure tali da garantire la trasparenza nell’attività della pubblica amministrazione e degli individui, rendendo residuale, seppur sempre necessaria, la sanzione penale per comportamenti che risultano contrastanti, nonostante la prevenzione attuata’.