PONTE STRETTO: AMBIENTALISTI, BENE STOP.ORA VERIFICA SU 300 MLN E SI CANCELLI STRETTO MESSINA SPA

Vittoria agrodolce per gli ambientalisti, quella della pietra tombale della Legge di Stabilità 2012 sul Ponte sullo Stretto di Messina. Un’opera irrealizzabile dal punto di vista tecnico, economico-finanziario e ambientale, avvenuta dopo ben 11 anni dal varo della Legge Obiettivo e del fallimentare Primo Programma delle infrastrutture strategiche (dicembre 2001) e dopo 9 anni di progettazioni, inutili e spericolate (nel gennaio 2003 viene approvato il progetto preliminare). E perché si rischia di pagare complessivamente, se non si fanno serie verifiche, la bellezza di 609 milioni di euro alla comunità nazionale, il cui tessuto sociale e imprenditoriale è in profonda sofferenza.

FAI, Italia Nostra, MAN e WWF Italia dichiarano: “Apprezziamo il coraggio del Governo che ha deciso di chiudere definitivamente la partita con il ponte e ci auguriamo presto anche quella relativa a quell’ente inutile che è la Stretto di Messina SpA, e domandiamo:

1. come sia possibile che questi siano i tempi di reazione della pubblica amministrazione di fronte ad un progetto folle, che prevedeva la costruzione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sostenuto da piloni di 400 metri di altezza (più della torre Eiffel), a doppio impalcato – stradale e ferroviario – in una delle aree, quella dello Stretto di Messina, a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e a più grave dissesto idrogeologico su scala nazionale, tutelata rigidamente per i suoi valori naturalistici e paesistici da norme comunitarie nazionali;

2. che il Governo faccia una severa e approfondita verifica degli interventi documentati da titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in vigore della Legge di Stabilità 2012 (come risulta che sia scritto nella norma approvata ieri dal Consiglio dei Ministri) prima di rendere disponibili i 300 milioni di euro stanziati ieri dal Governo. Infatti, sarebbe scandaloso che la “non realizzazione” del ponte venisse a costare complessivamente 609 milioni di euro: 300 milioni di euro di penalità non dovute che si vanno ad aggiungere ai 26 milioni di euro per la realizzazione di 1.1 km di bretellina ferroviaria a Cannitello in Calabria, che doveva essere realizzata da RFI e poi è stata affidata nel 2009 incomprensibilmente al General Contractor Eurolink (capeggiato da Impregilo), e si vanno a sommare agli oltre 283 milioni di euro (dichiarati al novembre 2011) che SDM SpA ha speso per il suo “funzionamento” e in questi anni per studi improduttivi e progetti irrealizzabili”.

Gli ambientalisti rilevano a proposito delle clausole di recesso che l’ articolo 44 del Contratto del 2006 tra SDM SpA ed Eurolink stabilisce che il GC Eurolink avrà diritto, “a definitiva e completa tacitazione di ogni diritto e pretesa (…) esclusivamente il pagamento delle prestazioni correttamente eseguite al momento del recesso e al rimborso delle spese sino a quel momento sostenute” integrato da un indennizzo. E siccome ad oggi il progetto definitivo, ritenuto ampiamente lacunoso dal Ministero dell’ambiente, che ha richiesto 230 integrazioni, non è stato approvato in procedura di VIA, né dal CIPE, la cifra eventualmente da corrispondere non potrà che essere molto inferiore ai 300 milioni di euro stanziati.