Casini si sfila dall’abbraccio del Cavaliere

"Casini si sfila dall’abbraccio del Cavaliere". Questo il titolo della Stampa, che sulle possibile alleanze in vista delle prossime elezioni, scrive: "’I moderati non vanno illusi’, dice Casini, illusione che invece finora è stata fatta da Berlusconi. Non lo dice così, ma è chiaro che il leader dell’Udc si riferisca proprio al Cavaliere quando ricorda che l’appello ‘all’unità dei moderati è stato usato troppo spesso per fare politiche tutt’altro che moderate’. Dunque, Casini invita alla calma perche’ non si può fare un discorso astratto senza porre al centro i contenuti. Altrimenti, appunto, si illudono i moderati e ‘non c’è niente di peggio che dare loro illusioni che si trasformano in nuove delusioni’. Ha tutta l’aria di una pietra tombale sulla disponibilita’ di Berlusconi a fare un passo indietro per favorire l’unione dei moderati. L’ex premier tuttavia non considera morte le sue avance e spera che la sconfitta del candidato Pd-Udc Crocetta possa convincere Casini a rivedere la sua posizione. ‘Aspettiamo una risposta più ragionata’, ha detto Berlusconi nel vertice di Palazzo Grazioli con La Russa, Gasparri, Verdini e Quagliariello, raccomandando di tenere a bada i falchi contro Monti. La legge di stabilità non piace al Cavaliere , ma non vuole creare problemi al premier che ha indicato come il leader ideale per riunire i moderati e sottrarlo all’abbraccio di Casini. Lo scenario della politica futura passa in gran parte per la nuova legge elettorale, ma per l’Udc sarà difficile ritrovarsi con Alfano. ‘Non ci sono le condizioni per rimettere insieme un’alleanza di centrodestra defunta’, chiarisce Lorenzo Cesa. ‘Noi aggiunge – lavoriamo da un anno alla creazione di una Lista per l’Italia e continuiamo su questa strada. Cosa farà Berlusconi non ci riguarda. Se passa la nuova legge elettorale proporzionale ognuno correra’ con il proprio partito o con la propria lista, senza la necessita’ di indicare il candidato premier. Chi vuole farlo puo’ farlo, nessuno glielo impedisce ma non e’ necessario. Poi chi avra’ ottenuto piu’ voti sara’ incaricato di formare il governo, ma il prossimo Parlamento sara’ costituente e con i problemi economici che ancora avremo sara’ necessaria una grande coalizione’. Con Pd e Pdl (o quello che sara’ il Pdl) ancora insieme? A questa domanda non c’e’ una risposta. Ogni cosa a suo tempo, dicono i centristi, lasciando la sensazione che alla fine per fare la grande coalizione basteranno i parlamentari eletti con la Lista per l’Italia da aggiungere a quelli del centrosinistra. Pd piu’ Sel potrebbero totalizzare il 33 per cento, con il premio di maggioranza del 12,5 per cento arriverebbero attorno 45,5 per cento e non avrebbero la maggioranza per governare da soli. Ce l’avrebbero se si aggiungessero i voti dei centristi che puntano a un risultato a due cifre. A quel punto cio’ che diventera’ il Pdl non sarebbe determinante; M5S di Grillo verrebbe isolato. Ipotesi sulla carta che dovranno fare i conti con il risultato delle urne e magari con un’alleanza dell’ultima ora di Bersani, Vendola con Di Pietro. La legge elettorale. Oggi in commissione Affari costituzionali si votera’ il testo base: sara’ quello del Pdl che prevede un premio di maggioranza del 12,5 per cento alla coalizione vincente. Anche quello del Pd lo prevede ma senza le preferenze. I Democratici vogliono i collegi. Il testo Pdl dovrebbe prevalere con i voti dell’Udc e della Lega. Ma su questo punto ieri a Palazzo Grazioli c’e’ stato uno scontro tra La Russa e Gasparri da una parte e Quagliariello e Verdini dall’altra. Quest’ultimi contrari alle preferenze: con loro Berlusconi che pero’ non si messo di traverso. Visto quello che e’ successo in Lombardia, con le preferenze raccolte dalla ‘ndrangheta e quelle di Fiorito, una parte del Pdl ritiene inopportuno fare una battaglia per questo sistema di voto. In una lettera 40 deputati del Pdl chiedono al Cavaliere di scongiurare l’introduzione delle preferenze".