Legge elettorale: Tutti vogliono cambiare ddl Malan, 222 emendamenti

Duecentoventidue emendamenti per ritoccare, modificare, a volte stravolgere, in alcuni casi addirittura azzerare il ddl Malan, il testo base adottato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato la scorsa settimana per riformare la legge elettorale: sono arrivati oggi pomeriggio alle 18, la maggior parte dal Partito Democratico ma 15 anche dal relatore Lucio Malan: "Tutti di drafting", assicura, ma la speranza del presidente della Commissione Carlo Vizzini è che mirino a correggere quello che sembra il punto più problematico dell’articolato, ovvero la grandezza delle circoscrizioni al Senato. Su tutte la Lombardia, con i suoi 10 milioni di abitanti.
D’altra parte solo da singoli senatori Pdl sono stati depositati 48 richieste di modifiche, per ora non rese note nei contenuti.

I quindici emendamenti della presidenza del Pd (in tutto dal gruppo ne sono arrivati 64) puntano innanzitutto a cancellare le preferenze, previste dal testo Malan, riproponendo sostanzialmente il contenuto del ddl Finocchiaro-Zanda che prevedeva 309 collegi uninominali alla Camera e 155 al Senato e liste bloccate corte; una soglia di sbarramento unica al 5 per cento; un premio di maggioranza alla lista o alla coalizione più votata, pari al 15 per cento; il vincolo della rappresentanza paritaria di genere: 50 per cento del totale delle candidature presentate da un partito nei collegi e nelle liste più l’obbligo di alternanza di genere nelle liste. In alternativa alle 26 circoscrizioni del Porcellum, invariate nel testo Malan, alla Camera il Pd propone le 32 (31 più la Valle d’Aosta) circoscrizioni elettorali vigenti fino al 1993 (cioè prima del Mattarellum). Al Senato, in alternativa alle circoscrizioni regionali previste da Malan, si propone che le regioni più grandi vengano suddivise in circoscrizioni subregionali.

Punta a ripristinare il mattarellum, come chiesto dal referendum – bocciato dalla Consulta – per cui erano state raccolte oltre un milione di firme, l’Italia dei Valori: il gruppo dipietrista ha presentato 15 emendamenti chiedendo, oltre al ripristino del sistema di voto antecedente al Porcellum, l’incandidabilità parlamentare per condannati con sentenza definitiva per un delitto non colposo, il controllo della Corte dei Conti sui partiti, l’abbassamento della soglia di sbarramento nazionale dal 5% al 4% e il limite minimo del 40% per l’attribuzione del premio di governabilità.

Una soglia minima del 40% per l’attribuzione del premio del 12,5% alla coalizione vincente previsto dal ddl Malan la chiede anche il leghista Roberto Calderoli che domani mattina manderà una lettera a tutti i senatori per spiegare le modifiche chieste dal Carroccio: una su tutte quella della grandezza eccessiva delle circoscrizioni al Senato, coincidenti con le regioni; poi un emendamento contro le preferenze che, ricorda lo stesso Calderoli, sono state bocciate per referendum dagli italiani.