«Non ci possiamo più permettere questa overdose di immoralità e di debito». Parole dure quelle del segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava, che suonano, a pochi giorni dal voto per le regionali in Sicilia, tanto come duro rimprovero e schiaffo al vecchio inquilino di Palazzo D’Orleans, quanto come ammonimento per il prossimo Governo regionale.
ALLARME SOCIALE – Una Sicilia che arriva all’appuntamento elettorale in «una situazione di grave allarme sociale e di paralisi», dice nel corso di un forum all’Italpress il sindacalista che parla di una necessaria «operazione verità e di credibilità» nei confronti dei cittadini, «per dire chiaramente come stanno le cose» e da qui ripartire con una classe dirigente nuova realizzando «un Patto per il Bene Comune, una proposta di governo che veda insieme maggioranza ed opposizione con imprese, sindaci, sindacati per agire su pochi ed essenziali punti e strategie che diano un chiaro segno di discontinuità, punti quali per esempio il risanamento del bilancio e l’utilizzo dei fondi europei su tre o quattro priorità come gli incentivi alle imprese, la valorizzazione dei beni culturali o interventi per il dissesto idrogeologico, tutte misure da concordare con Roma e Bruxelles».
«LOMBARDO? HA FATTO FINTA DI DIMETTERSI» – «Il quadro è disperato, la Sicilia è a rischio fallimento – prosegue – così come tanti comuni della nostra Isola che si trovano in queste condizioni. È chiaro che in futuro la Regione avrà meno entrate erariali, meno trasferimenti e di conseguenza meno consumi. Per questo occorre adesso dimostrare civiltà politica e responsabilità etica». Bernava però mostra tutta la sua sfiducia e teme un rischio ingovernabilità per il prossimo esecutivo «il presidente che sarà eletto si prevede non avrà più del 30%. Questo darà potere a chi arriverà secondo, ci sarà uno scambio e una lotta di potere guardando alle prossime elezioni nazionali e così non potremo avere via d’uscita». Il segretario regionale della Cisl non le manda a dire al dimissionario Governatore Raffaele Lombardo: «che ha fatto finta di dimettersi, e qui sta l’immoralità politica inaccettabile, ma continua a fare il presidente per raccogliere voti, dando vita a un Governo di occupazione elettorale».
RIORGANIZZAZIONE DELLE PARTECIPATE – Una proposta di Governo “concreta” quella lanciata dalla Cisl siciliana che non può non passare anche da una riorganizzazione delle partecipate e tra di esse non può suscitare “preoccupazione” l’attuale situazione della Gesip: «La Gesip – dice Bernava – è destinata a fallire perché non produce reddito e perché vive di soli trasferimenti del Comune. Una partecipata nata non per lavorare ma per parcheggiare soggetti socialmente disagiati. Orlando – aggiunge – in questa vicenda, preso dall’ansia elettorale, ha fatto degli errori. Anche qui è necessaria un’operazione verità, non si può andare a Roma come negli anni ’90 a chiedere soldi per la cassa integrazione in deroga. Prima occorre pensare a presentare al Governo un piano di ristrutturazione. Ma questa situazione riguarda non solo Gesip ma anche molte società partecipate non solo del Comune di Palermo».
ERRORI DEL MONDO SINDACALE – Bernava fa anche un mea culpa rispetto al quadro socio-economico siciliano ammettendo errori anche da parte del mondo sindacale «abbiamo fatto i nostri sbagli in questa situazione di overdose di debito. Però – conclude Bernava – il segnale di rottura è stato chiaro lo scorso primo marzo quando siamo scesi in piazza in 25 mila insieme alle imprese. Un grande segnale di rottura sociale che ha attestato il fallimento dell’esperienza politica di Lombardo».