Nella seduta odierna il Consiglio dei ministri ha formulato "l’auspicio" che la data delle elezioni per il Consiglio regionale del Lazio "sia fissata dal presidente della Regione al piu’ presto, in armonia con il parere espresso dall’Avvocatura Generale dello Stato: 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio". Dal governo, quindi, giunge un nuovo messaggio diretto al governatore del Lazio Renata Polverini perche’ si sciolgano i dubbi sul futuro assetto dell’assemblea legislativa laziale permettendo quindi di poter andare "al piu’ presto al voto".
Non solo, il governo insiste che la data dei 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio – che risale al 28 settembre 2012 – resta quella corretta. Sta diventando una guerra di nervi: da un lato il governatore immobile sulle sue posizioni, dall’altro l’esecutivo che, per l’ennesima volta, ribadisce "l’auspicio" di andare al voto. Seppur trattandosi di una speranza vanno notate due questioni che potrebbero avere, in futuro, un particolare peso negli equilibri tra Palazzo Chigi e Regione Lazio. Il governo resta fermo al parere dell’avvocatura che dice, che entro il 90 giorni, quindi il 27 dicembre, si dovrà andare al voto. Magari ci si potrà "allungare" a gennaio, magari nei primi 15 giorni del nuovo anno, ma no ai tempi più lunghi a cui starebbe pensando secondo alcune indiscrezioni Renata Polverini, cioè fine gennaio, prima meta’ di febbraio. Sarebbero troppi per il governo i 140 giorni a cui pensa la governatrice, ma anche il suo vice, il centrista Luciano Ciocchetti, che ha parlato giovedì del 10 o del 17 febbraio. E a dimostrare che il governo non ha intenzione di minimizzare su quella che potrebbe diventare un’emergenza, ribadita nuovamente anche nelle scorse ore dal mondo economico e imprenditoriale della Regione, il tema "Lazio" è stato il primo punto affrontato dalla riunione odierna dell’esecutivo. Appena battute dalle agenzie le parole contenute nel comunicato finale del Consiglio dei ministri fonti vicine al governatore hanno fatto sapere che le elezioni si potrebbero tenere – per 50 consiglieri -, tra fine gennaio e i primi giorni di febbraio, da indire attorno alla meta’ del mese di novembre. Poi in una nota Ciocchetti ha spiegato che "non ci sono dubbi sul fatto che in pieno rispetto alle norme dello statuto, unica norma che detta regole in materia elettorale (vedi sentenza Consiglio di Stato n. 165 del 2011), e della legge elettorale n.2 del 13.1.2005, la presidente Polverini fissera’ le elezioni entro i 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio Regionale". Parlando poi delle preoccupazioni "legittime" espresse dalle forze produttive della Regione il vicepresidente della giunta dice che "sarebbe il caso di ricordare le cose importanti che insieme abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Forse servirebbe un appello a tutte le forze politiche perche’ la smettano di guerreggiare e trovino insieme con le forze sociali una strada di azione comune per sostenere politiche anticicliche per uscire al piu’ presto dalla crisi".
Diversa l’interpretazione di quanto accaduto oggi del segretario regionale del Pd, Enrico Gasbarra: il pronunciamento del Consiglio dei ministri, infatti, "chiude definitivamente la stagione dell’interpretazione personale o di parte delle regole. Cosi’ come abbiamo sempre sostenuto, si ribadisce con chiarezza ed in relazione ai principi costituzionali che le elezione del Lazio si devono svolgere entro 90 giorni dallo scioglimento".
Il governo con oggi, "scrive la parola fine ai giochini messi in scena durante questi 30 giorni dalla presidente della Regione Lazio che ha costruito cortine di fumo pur di non permettere ai cittadini del Lazio di esercitare il diritto inviolabile al voto".