Cavaliere lancia campagna elettorale e si prepara alla conta

Anche Silvio Berlusconi entra prepotentemente in campagna elettorale. Dopo mesi di titubanze non possono che essere lette così le posizioni assunte dal Cavaliere all’indomani della condanna inflittagli dal Tribunale di Milano nella vicenda dei diritti televisivi. Anzi, non è da escludere che la veemente reazione alla decisione dei giudici milanesi – al di là della apparente estemporanea indignazione – fosse una cosa già pronta e studiata, da tirare fuori nel caso di sentenza sfavorevole. Gli attacchi alla magistratura e al governo Monti (fino a minacciare il ritiro della fiducia), le accuse a Germania e Francia (e quindi all’Ue nel suo insieme) riportano Berlusconi al centro della scena politica, in un momento in cui i sondaggi nei suoi confronti e nei confronti del suo partito, il Pdl, non sono certo favorevoli. Un attacco, quello dell’ex premier, che costringe gli avversari a dover forse cambiare le strategie elettorali ma che probabilmente rappresenta anche un modo per riprendere in mano il partito (sempre più in balia di correnti e personalismi) o quanto meno provocare una sorta di conta per capire definitivamente che è con lui e chi invece gli è contro. Oggi si conosceranno i risultati delle elezioni regionali in Sicilia (che registrano, come primo dato, un forte calo dell’affluenza) e l’atteggiamento assunto in queste ore da Berlusconi potrebbe essere anche quello di chi – consapevole di una sconfitta – si prepara ad intervenire nella gestione del partito mettendo all’indice il segretario Angelino Alfano e tutti coloro che, da un lato, appoggiano il governo guidato da Mario Monti e dall’altro lavorano per intese elettorali con i moderati di Pier Ferdinando Casini. In effetti l’uscita di Berlusconi non può essere certo definita quella di un moderato ma di chi ritiene – con una scelta evidentemente operata a tavolino – che per competere alle prossime elezioni sia necessario calcare la mano sul tasso di populismo e di demagogia del messaggio elettorale. Anche perchè alcuni dei suoi possibili avversari (anche se Berlusconi continua a sostenere che non concorrerà alla poltrona di premier) come Beppe Grillo o Matteo Renzi sono, a vario titolo, considerati per la qualità del loro messaggio demagoghi, populisti. Ecco allora gli attacchi sulla giustizia e sul fisco.
Due temi non casuali, riproposti dal Cavaliere in ogni occasione elettorale. Quello delle tasse in particolare e’ da sempre l’argomento sul quale Berlusconi costruisce le sue campagne elettorali, chiuse sempre con la promessa agli italiani di far pagare loro meno tasse. E oggi invita nuovamente alla lotta alla pressione fiscale, contro quella che chiama l”estorsione fiscale’. E’ evidente, al di là degli slogan, che l’obiettivo dell’ex premier e’ la legge di stabilita’. Il messaggio mandato sabato a Monti (‘Nei prossimi giorni esamineremo la situazione e decideremo se sia meglio togliere immediatamente la fiducia a questo governo o conservarla dato l’arrivo delle elezioni’) lascia intendere come la sorte dell’esecutivo dipenda dal cambiamento della legge nella parte delle tasse, a partire da modifiche ad alcune norme fiscali adottate per arrivare allo stop di comportamenti, ritenuti anomali, assunti in questo campo dall’Amministrazione. Una posizione che non piace al ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, il quale riconosce che ‘la campagna elettorale fa entrare tutti in fibrillazione e che i toni si paradossalizzano. E’ come un grande talk show, pero’ bisogna essere responsabili ed evitare che la credibilita’ guadagnata dal nostro Paese e da Monti venga messa in discussione. Liquefare la legge di stabilita’ – sostiene il ministro – sarebbe un danno che pagherebbe il Paese e chi governera’ domani’.
La posizione assunta da Berlusconi potrebbe avere conseguenze anche su di un altro fronte, quello della nuova legge elettorale. Un campo nel quale le difficolta’ che hanno le forze politiche a trovare un punto di sintesi sono sotto gli occhi di tutti. Difficolta’ che potrebbero ingigantirsi fino ad arrivare ad un blocco vero e proprio del tentativo di approvare una nuovo sistema di voto, considerando che le liste bloccate e tante criticate della legge attualmente in vigore, il cosiddetto Porcellum, potrebbero servire al Cavaliere per ricompattare e riprendere il controllo del centrodestra. Le parole dell’ex premier, soprattutto quelle rivolte al governo, non sembrano comunque per ora preoccupare Monti e i ministri. Anche perche’ sia nell’incontro della scorsa settimana a Palazzo Chigi sia nel comunicato in cui annunciava il suo mettersi da parte e lasciare che le primarie (mai amate) indicassero il candidato premier del centrodestra, Berlusconi aveva avuto parole di apprezzamento per l’operato della squadra dell’ex professore della Bocconi. Pare quindi evidente, come si diceva, che il messaggio lanciato dal Cavaliere con la conferenza stampa di sabato sia soprattutto rivolto all’interno dello schieramento di centrodestra. Detto questo non sono mancati ieri commenti alle sue esternazioni. ‘Sono preoccupato di questa posizione di Berlusconi, perche’ di populismi ne abbiamo gia’ un bel po’…’, dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani aggiungendo poi: ‘Berlusconi stacchera’ la spina a Monti? Prevedere quello che fa è sempre complicato’. Per Matteo Renzi ‘Berlusconi e’ piu’ alternante dello spread, un giorno si candida, uno no’. Pier Ferdinando Casini sostiene invece come le parole di Berlusconi possano paradossalmente favorire l’aggregazione delle forze moderate. Berlusconi – afferma – ha devastato, in questi anni, l’unita’ dei moderati. Sabato ha dimostrato che su quella base si puo’ creare un partito populista di destra che non ha nulla a che fare con il partito popolare europeo e con i moderati’. Di fronte a uno ‘stato di confusione generalizzato’ Casini sostiene che ‘da questa vicenda i moderati possono uscire rafforzati’. In ogni caso, aggiunge il leader dell’Udc, ‘oggi sappiamo qual e’ la rotta e non e’ questa. E’ certamente un’altra e io mi auguro che tanti moderati, anche nel Pdl, facciano sentire la loro voce. Il silenzio è già eloquente’. A favore di Berlusconi si esprime invece il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, che si augura, rispetto al possibile ritiro della fiducia a Monti, che ”lo faccia. Glielo abbiamo chiesto diverse volte e se lo facesse sarebbe una novita’ rilevante. Spero – aggiunge – che Berlusconi abbia la determinazione e la volonta’ di dare seguito alle critiche molto pesanti che ha detto’.