"E’ incredibile che qualcuno per ipotesi possa illudersi che nei prossimi difficili anni l’Italia possa essere efficacemente e pacificamente governata, in periferia e al centro, da coalizioni in grado di raccogliere un terzo dei consensi espressi dalla metà del corpo elettorale". Lo scrive, nel suo editoriale di prima pagina, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio analizzando il voto in Sicilia.
"Nessuno dei leader della strana maggioranza Abc, Alfano, Bersani e Casini, che ha sinora sostenuto il governo di Mario Monti dovrebbe arrischiarsi a pensare che all’orizzonte ci sia un tempo buono per ‘gioiose macchine da guerra’ ed eterogenee minoranze di governo", con il rischio che "finirebbero per essere vanificati i grandi sacrifici di questi mesi", scrive Tarquinio.
C’è bisogno che sia il "campo moderato" che quello "progressista" "si riarticolino e si rinnovino per contenuti, metodi e facce", si legge ancora. Quindi "ottima cosa le primarie, ma non solo di primarie c’è bisogno: anche di archviazione dei personalismi e dei partiti personali".