Una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che abolisca le misure con cui il decreto salva-Italia ha liberalizzato le aperture domenicali e 24 ore su 24 degli esercizi commerciali. La lancia Confesercenti con il sostegno della Cei e di Federstrade, spiegando che nei suoi primi 10 mesi di vita il provvedimento non ha incentivato i consumi, mentre ha favorito la grande distribuzione a scapito della piccola e media impresa. Alle 100 mila imprese già perse – ha denunciato il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, in una conferenza stampa – andranno aggiunte altre 80 mila che chiuderanno nei prossimi cinque anni, con la conseguente scomparsa di circa 240 mila posti di lavoro. Le conseguenze della liberalizzazione, ha aggiunto, non sono solo di carattere economico ma anche sociale: ‘Le domeniche dei negozi aperti hanno creato città sempre più vuote e meno sicure, minore servizio di vicinato, un processo di desertificazione evidente nei piccoli e medi centri abitati’. Convinto il sostegno della Cei, espresso da monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro: ‘Finalmente e’ chiaro – ha spiegato – che questa battaglia per il riposo della domenica non e’ una battaglia interna alla Chiesa e di carattere clericale, ma e’ una questione antropologica e sociale’.
Monsignor Bregantini ha quindi annunciato che domenica 25 novembre, sui sagrati di tutte le chiese italiane, la Cei promuovera’ a sua volta la raccolta delle firme per la legge che intede ripristinare la regolamentazione della chiusura dei negozi precedente alle modifiche introdotte dal governo Monti.