Barack Obama "ha promesso una gestione bipartisan, coinvolgendo nelle scelte principali Romney e repubblicani. Ma se Obama vorrà davvero essere il presidente di tutti gli statunitensi, dovrà finalmente recepire le istanze che con forza salgono dalle comunità religiose – Chiesa cattolica in testa – in favore della famiglia naturale, della vita e, infine, della stessa libertà religiosa". Lo scrive l’Osservatore romano’ in un articolo di cronaca di prima pagina.
"Un dato è comunque certo", prosegue il giornale vaticano: "L`ondata di speranza in un cambiamento radicale montata quattro anni fa è ormai esaurita. Gli Stati Uniti hanno scelto la continuità, preferendo non azzerare il cammino intrapreso nel 2008, ma l`entusiasmo palpabile in occasione della prima elezione di Obama è ormai solo un ricordo. A onor del vero bisogna sottolineare come il presidente sia entrato per la prima volta in carica prendendo le redini di un Paese che, con terrore, stava affrontando una crisi finanziaria senza precedenti dal 1929. Ora il sistema è più solido e questo certamente grazie alle iniziative dell`attuale amministrazione. Ma resta da fare ripartire il mercato del lavoro, così come, in campo internazionale, resta da completare il ritiro dall`Afghanistan e gestire ú piuttosto che subire ú le dinamiche della cosiddetta primavera araba", scrive l’Osservatore romano’, che poi ricorda anche altri compiti internazionali a cui sono chiamati gli Usa (lotta al terrorismo, guerra in Siria, crisi palestinese, programma nucleare iraniano): "Ma sarà capace un Paese, le cui migliori energie sono protese a risolvere i problemi economici interni, di riaffermare il suo storico ruolo di leadership mondiale, ruolo che in questi ultimi anni sì è andato sempre più erodendo?".