C’è un nucleo del berlusconismo duro e puro. Sono i centurioni del Cavaliere. In queste ore turbolente si sono divisi i compiti. C’è chi battaglia per difendere in pubblico Silvio Berlusconi e chi agisce sottotraccia per organizzare nuovi progetti fuori dal Pdl. Tutti condividono un obiettivo: rendere possibile un eventuale smarcamento dell’ex premier dal Pdl. Sandro Bondi, paonazzo, ha sfidato ieri l’ufficio di presidenza del partito chiedendo a tutti un passo indietro in favore del Cav. Rocco Crimi, tesoriere e uomo macchina sempre attivo nella realizzazione dei progetti berlusconiani, ha rimesso nella mani di Silvio il mandato. Daniela Santanché ha chiesto al suo presidente di fare un passo avanti. Denis Verdini, infine, punto di raccordo tra Berlusconi e Alfano, resta comunque il più riservato depositario dei progetti politici più inconfessati del leader.
E’ il day after di un ufficio di Presidenza forse più drammatico di quello che provocò la scissione dei finiani. Angelino Alfano sceglie YouTube per annunciare alla Rete le primarie, strappate a fatica e con tenacia al leader del Pdl. E aggiunge: "Tra me e Berlusconi c’è lealtà, rispetto e affetto". I suoi colonnelli continuano a difenderlo, esaltando il significato delle consultazioni. Ma a dimostrare quanto è profondo il solco tracciato, c’è la nuova ‘fuga africana’ del Cavaliere.
Appena terminato la riunione di Palazzo Grazioli, l’ex presidente del Consiglio non ha perso tempo ed è volato alla volta di Malindi. Nuovo viaggio in Kenya, nuova ostentazione di distacco dalla sua creatura politica. E tanta rabbia per un ritorno in patria che l’ha costretto a un ufficio di presidenza che, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe valutato alla stregua di una "buffonata". Peggio, a una perdita di tempo utile solo a testare la fedeltà del suo gruppo dirigente.
Sottotraccia molto continua a muoversi. Se i quarantenni schierati a difesa di Alfano continuano a coltivare il Pdl per non restare isolati di fronte a un eventuale ‘spacchettamento’, gli ex An oscillano tra ipotesi scissioniste e speranze alfaniane. Non è un mistero ormai per nessuno che Giorgia Meloni vorrebbe candidarsi alle primarie, ma è frenata dagli altri colonnelli di via della Scrofa. Anche Gianni Alemanno valuta la corsa e domenica potrebbe sciogliere la riserva.