‘Ma siamo del tutto certi che la partecipazione degli elettori alle primarie del Pdl sarà ampia e che le primarie, sotto il profilo numerico, saranno un successo?’. Questo l’interrogativo che si pone Alessandro Pagano, del Pdl. ‘I dati sull’astensionismo -aggiunge- emersi nelle recenti elezioni in Sicilia dimostrano un fenomeno in costante e inarrestabile crescita. Così stando le cose e visto che il voto alle primarie non è che una mera facoltà, è legittimo interrogarsi sul perchè i cittadini dovrebbero mobilitarsi in massa per partecipare alle primarie di partiti in forte crisi di numeri e consensi’.
"Pochi nel centrodestra -continua il deputato del Pdl- hanno criticato il successo di Obama e questa è una grave ‘miopia’ politica in quanto, come evidenziato da numerosi e autorevoli osservatori, la sconfitta di Romney trae origine dalla direzione impressa alla campagna elettorale repubblicana, incentrata più su tematiche ‘deboli’ e sull’economia che sui grandi temi ‘forti’, quali famiglia, sacralità della vita e valori non negoziabili, finendo così per deludere i propri elettori. Nel Pdl – secondo Pagano- si sta verificando quanto accaduto al partito Repubblicano: l’astensione del proprio elettorato di riferimento perchè il partito sta anteponendo temi di banale quotidianità alle questioni che l’hanno reso grande sin dal manifesto politico e valoriale del ’94, ripreso in toto dal segretario Alfano nel discorso di insediamento del 1° luglio’.
‘Il Pdl e’ ora davanti ad un bivio: recuperare e dare vita al progetto politico per cui e’ nato, rafforzando la propria azione intorno alle grandi questioni poste dai principi non negoziabili e realizzando la nascita del Ppe in Italia, oppure abbandonarsi all’agonia che lentamente lo sta conducendo alla morte e che inesorabilmente portera’ alla morte anche il Paese. L’esperienza di Romney docet’, conclude.