Sembra essere arrivata la soluzione per la questione esodati: è infatti stato presentato oggi dai relatori un nuovo emendamento alla legge di Stabilità alla Commissione Bilancio della Camera, la cui copertura è stata certificata dalla Ragioneria dello Stato. L’emendamento prevede un meccanismo che prevede l’utilizzo degli eventuali risparmi dei 9 miliardi gia’ stanziati per risolvere il problema esodati, ovvero dalle politiche attive per la reintroduzione sul posto di lavoro. E nel caso in cui i risparmi non bastassero si ricorrerebbe alla deindicizzazione delle pensioni di sei volte superiori al minimo (quelle tra i 3.000-3.500 euro), recuperando cosi’ una cifra per coprire le eventuali necessità del 2014. Su questo comunque, si farà il punto della situazione all’inizio del prossimo anno. Per quanto riguarda le cifre, si tratta di 554 milioni di euro per il periodo 2013-2020. Nel dettaglio, sono previsti 64 milioni nel 2013, 134 milioni nel 2014, 135 milioni nel 2015, 107 milioni nel 2016, 46 milioni nel 2017, 30 nel 2018, 28 nel 2019 e 10 a partire dal 2020. L’emendamento prevede inoltre la modifica della platea dei lavoratori per i quali scattano le nuove tutele per gli esodati: scompare infatti il riferimento ai lavoratori licenziati prima del 2011 per il fallimento della propria societa’, e al loro posto c’e’ la categoria di chi e’ entrato in mobilita’ entro il 4 dicembre 2011. Dalla Commissione Bilancio e’ anche arrivato il via libera all’emendamento che istituisce dal 2013 un fondo per il calo delle tasse. Il fondo sara’ alimentato con le maggiori entrate dalla lotta all’evasione, con il calo degli spread e con la riduzione degli sconti fiscali. In particolare a partire dell’anno 2013 il Documento di Economia e Finanza contiene una valutazione relativa all’anno precedente delle maggiori entrate strutturali derivanti dall’attivita’ di contrasto all’evasione nonche’ dalla differenza tra la spesa per interessi sul debito pubblico prevista e quella effettivamente erogata. Dette maggiori risorse, al netto di quelle necessarie al mantenimento dell’equilibrio di bilancio e alla riduzione del rapporto tra il debito e il Pil, unitamente alle risorse derivanti dalla riduzione delle spese fiscali, confluiscono in un fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale e sono finalizzate al contenimento degli oneri fiscali gravanti sulle famiglie e sulle imprese, secondo le modalita’ di destinazione e di impiego indicate nel medesimo Documento di Economia e Finanza.
La Commissione ha poi dato fuoco verde all’emendamento che prvede la ripartizione dei 900 milioni del cosiddetto Fondo Chigi: vengono destinati 365 milioni ad oltre una decina di voti che vanno dall’universita’ alle borse di studio, dal Comitato paraolimpico alle calamita’ naturali tra le quali sono comprese anche quelle recenti che hanno interessato il Pollino e la Liguria. Trecento milioni andranno invece al sociale, 200 per i malati di Sla, 30 per la zona terremotata dell’Aquila.