Faccia a faccia a Skytg24 in stile americano (stesso studio della trasmissione musicale X Factor), con risposte scandite da un countdown di 30 secondi, 1 minuto o 1 minuto e 30 secondi. Possibilità di replica per i candidati e domande dal pubblico, oltre a quelle del conduttore Gianluca Semprini. Imu, lavoro, Fiat, diritti, alleanze, gli argomenti clou con cui ieri sera è partita la prima sfida in tv dei cinque candidati alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato premier: Pierluigi Bersani, segretario del Pd dal 2009, Matteo Renzi, sindaco di Firenze, Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, Laura Puppato, capogruppo Pd alla Regione Veneto, e Bruno Tabacci, assessore al Comune di Milano.
Inizia Tabacci: ‘Immaginare un sistema fiscale che prescinda dal patrimonio immobiliare non ha alcun significato. E’ evidente che si deve partire da lì. Chi ha tolto l’Ici aveva respiro corto, andava in direzione sbagliata’. Renzi sceglie un altro approccio: ‘Chi si candida ha l’obbligo di dire cio’ che ha gia’ fatto. Noi a Firenze tasse abbassate da 0,3 a 0,2 perche’ di tasse l’Italia sta morendo. Si puo’ ristrutturare ma non si possono abbassare ancora le tasse. L’Imu non si tocca’.
Sul fisco, Vendola si differenzia: ‘Non e’ possibile immaginare l’Imu sulla prima casa’. E aggiunge: ‘Occorre immaginare una misura simile a quella di Hollande in Francia per la tassazione al 75% dei redditi sopra un milione di euro’. Dice Puppato: ‘Serve una riduzione fiscale partendo da coloro che hanno sempre pagato molto, i ceti medio-bassi.
Per questo cio’ che si recupera in una patrimoniale che e’ necessaria per equita’ fiscale’. Il segretario Bersani si spiega: ‘L’obiettivo e’ abbassare le tasse sui redditi medio-bassi per incoraggiare i consumi e il lavoro. Sono favorevole a un’imposta personale sui grandi patrimoni immobiliari mentre su quelli finanziari mi accontenterei di una vera tracciabilita”.
Si affronta la questione lavoro e su questo punto emergono le differenze rispetto al giudizio sull’operato del governo Monti. Dichiara Vendola: ‘La riforma della Fornero e’ uno sfregio alla civilta’ del lavoro del paese. L’articolo 18 comandava il reintegro delle persone licenziate senza giusta causa: ora siamo al baratto tra indennizzo e reintegro, qui c’e’ una continuita’ con la cultura berlusconiana. Ci sono diritti che non possono essere monetizzati e barattati’.
Tabacci difende Fornero: ‘Mi augurerei di poter andare oltre anche perche’ quella riforma e’ stata varata in una condizione gravissima per Italia per cui alcune riforme hanno avuto effetti molto duri sul piano sociale. Se si comincia a crescere, c’e pero’ ragione di andare oltre’.
Renzi spiazza i suoi interlocutori: ‘Non mi piace la riforma Fornero sul lavoro. Mentre va bene la riforma delle pensioni e non si puo’ tornare indietro sull’eta’ pensionabile. Sul lavoro, invece, non va e noi proponiamo la proposta di flexsecurity di Pietro Ichino’.
‘La riforma del lavoro Fornero va ritoccata. Sul tema della precarieta’ – e’ la posizione di Bersani – non ha risolto abbastanza e neppure sulla trasformazione dei contratti a tempo indeterminato. E poi sul tema delle politiche attive non ha detto nulla. Qualcosa va ritoccato: vanno bene le regole ma se non si da’ una possibilita’ vera al lavoro con le regole si va avanti poco’.
Si parla pure di Fiat. Inizia Renzi: ‘Caro ingegner Marchionne, io sono uno di quelli che ha creduto in lei quando ha parlato del progetto di Fabbrica Italia e sono uno di quelli che si e’ sentito tradito come quelli che hanno votato si’ al referendum. Le chiedo di essere coerente con quello che ha detto anche perche’ non e’ a capo di una azienda normale ma e’ a capo della Fiat che ha avuto sostegno statale’.
‘A Marchionne direi: lei non sta parlando con uno a cui si puo’ raccontare di tutto. Un anno fa ha detto che il piano era sulla fascia medio-bassa della produzione di auto, dopo un anno la competizione sara’ su fascia alta con il marchio Alfa. Mi faccia capire meglio perche’ mi pare un poco ose’.
Voglio sapere che succede, se Fiat puo’ interpretare capacita’ produttiva o dobbiamo guardarci attorno’, precisa Bersani.
Piu’ inflessibile la posizione di Vendola: ‘Caro ingegner Marchionne, io non le ho mai creduto. Non si fa un atto di fede nei confronti di un piano industriale e Fabbrica Italia era solo la copertina di un libro che non c’era. Le sentenze dei tribunali vanno rispettate’.
Renzi prende posizione sui diritti degli omosessuali: ‘Il paese ha preso in giro omosessuali ed eterosessuali: io sono impegnato a fare la civil partnership. Resta aperto un tema terminologico: matrimonio si’ o no?. Io dico che inserire questa discussione significa rinviare il problema, perche’ richiede una modifica della carta Costituzionale.
Rifacciamo la legge sulle adozioni. Ma per gli omosessuali il problema ancora non l’abbiamo sciolto nel nostro programma’.
Bersani indica una soluzione: ‘Fra massimalismo e minimalismo bisogna trovare una strada. Io sono per prendere la legislazione tedesca sulla questione delle coppie gay conviventi. Sulle adozioni avrei, invece, ancora un supplemento di precauzione’. Non e’ d’accordo Vendola: ‘La Costituzione si e’ cambiata per una volgarita’ come il fiscal compact, si potrebbe fare per le unioni gay. La sinistra ha spesso sbagliato per massimalismo ma talvolta per minimalismo: e’ ora di chiedere diritti interi, anche l’adozione di un figlio’. Puppato propone il matrimonio gay.
Tabacci: ‘Ok alle unioni gay ma i bambini hanno diritto di avere un padre e una madre’.
Posizioni diverse sulla riforma della politica. Renzi: ‘No al finanziamento pubblico ai partiti, si’ al finanziamento all’americana’.
Vendola: ‘Ho paura di una politica in mano a chi ha i soldi’. Bersani e’ d’accordo con il leader di Sel e annuncia proposte di legge su trasparenza e riduzione dei parlamentari.
Si passa al tema alleanze. Dice Puppato: ‘Io direi che Casini e’ ago della bilancia ma per ora non ha ancora scelto con chi stare’. Bersani conferma l’alleanza con Sel: ‘La mia coalizione? E’ questa qui. Poi sono pronto ad aprire una discussione per vedere se si puo’ fare qualcosa con il paese anche in un dialogo con le forze moderate’.
Vendola pone paletti al rapporto con l’Udc: ‘La mia coalizione va dal mondo del lavoro agli ambientalisti, prima di immaginare una coalizione politica serve un’alleanza con le nuove generazioni. Non ho nessuno pregiudizio su Casini, ho un giudizio: faccio fatica a vederlo mio alleato’.
Renzi fa una battuta: ‘Nell’alleanza che abbiamo in testa non ci dovrebbe essere Casini. Di casini ne abbiamo abbastanza dei nostri’.
Tabacci si dice d’accordo: ‘Il mio essere qui e’ gia’ una scelta. Questo centrosinistra puo’ governare, come gia’ avviene a Milano’.
Renzi e’ rimbrottato per la sua proposta che immagina un governo di soli dieci ministri: cinque uomini e cinque donne.
Troppo pochi per governare una situazione complessa. Su Mario Monti, Tabacci fa una proposta: ‘E’ il mio candidato al Quirinale’.
Si chiude con una domanda sui riferimenti ideali di ognuno.
‘Tina Anselmi e Nilde Iotti’, risponde Puppato. ‘De Gasperi’, e’ la scelta di Tabacci. ‘Mandela e un giovane tunisino che lotta per la liberta”, replica Renzi. Bersani e Vendola fanno due scelte impreviste. ‘Giovanni XXIII’, dice il primo. ‘Il cardinale Martini’, afferma il secondo.
Alla fine strette di mano tra i cinque protagonisti e pacche sulle spalle per aver dimostrato che in definitiva i candidati alle primarie fanno squadra tra loro e hanno dato l’immagine di un centrosinistra piu’ unito del previsto.
Forse il confronto si replichera’ in Rai prima dello svolgimento delle primarie il prossimo 24 novembre. Skytg24 ha comunque gia’ annunciato una trasmissione ad hoc per l’eventuale ballottaggio del 2 dicembre.