‘La scelta della Fnsi di differire la data dello sciopero e di indicare per domani la giornata di mobilitazione nazionale aperta ai cittadini, all’associazionismo democratico e civile, è un atto di responsabilità’ e punta a ‘contrastare con la forza delle idee e con la luce delle notizie una proposta di legge che, se approvata, farebbe retrocedere di almeno trenta punti il nostro Paese nelle classifiche mondiali sulla libertà di stampa’. Lo scrive il segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Franco Siddi, in un intervento sull’Unità. La proposta di legge, al punto in cui è arrivata in Senato, non risolve alcuno dei problemi per i quali si erano mossi in prima battuta i senatori Chiti e Gasparri’, spiega Siddi. ‘Il proposito iniziale è finito per essere travolto in Senato da una serie di emendamenti presentati col proposito dichiarato di regolare i conti con la stampa ‘irriverente’ che ha messo a nudo il disagio, le criticita’ e anche la fragilità di una politica rilevatasi povera e inadeguata.
‘Il principio, apparentemente condiviso da tutti, che le pene per i giornalisti e per la stampa non possano mai essere quelle del carcere e’ caduto miseramente’, prosegue Siddi.
Adesso, ‘per riparare a un danno, un emendamento propone che il carcere venga eliminato solo per i direttori e i vicedirettori, mentre sia condizione possibile per tutti i cronisti’.
La conseguenza, spiega, e’ che ‘a rischio finiranno quelli piu’ deboli, i precari, i freelance e i giornalisti di frontiera, cioe’ quanti si occupano di giornalismo investigativo. Il rimedio proposto con l’intento di salvare un direttore dal carcere – conclude Siddi – e’ peggiore della malattia che si voleva estirpare’.