Questo dialogo, fino a poche settimane fa inimmaginabile, si sarebbe svolto questo pomeriggio.
Contattato separatamente dai colonnelli dell’ex An, Angelino Alfano avrebbe detto: "Indipendentemente da quello che farà Berlusconi, io resto nel Pdl con Fitto, Lupi e Frattini e facciamo le primarie". Il problema è che con ogni probabilità non finirà così. Perché mentre il segretario tesse, Berlusconi disfa. Nel pomeriggio – riferiscono i ben informati – il Cavaliere scavalca Angelino, chiama ad Arcore Ignazio La Russa e gli propone di ricostruire la destra assieme a Storace e, novità dell’ultima ora, anche Daniela Santanché.
E’ la fotografia di un partito allo sbando che può contare su un’unica certezza: l’ex premier ha stabilito la necessità di uno spacchettamento. La bomba ormai è stata sganciata. Quel che ancora resta da capire è l’effetto che farà quando arriverà al suolo. Salvo cambi di programma che vanno sempre messi in conto, dunque, giovedì (ri)nascerà Forza Italia. Con ogni probabilità attraverso un video messaggio. L’ha detto anche con toni veementi poche ore fa: "Me ne vado io prima che mi caccino loro". Una provocazione che dimostra però l’ineluttabile destino del Pdl, che andrebbe sostituito nelle intenzioni di Silvio da una nuova Forza Italia, posta alla sinistra di un’aggregazione di destra.
Certo, se il Cavaliere fosse stato più discreto l’effetto sorpresa sarebbe stato pressoché devastante: prima un ufficio di presidenza in cui annunciare le dimissioni dal Pdl, quindi lo spot sul ritorno al ‘vecchio amore’. Ma l’ex premier non ha saputo mantenere il segreto e a questo punto i contorni del progetto restano in bilico. Vanno ad esempio registrate alcune resistenze, da quelle del segretario a buona parte degli ex An. Alfano sta lottando con tutte le sue forze per mantenere in vita il Popolo delle libertà, anche se difficilmente di fronte a un rilancio di Berlusconi potrebbe davvero decidere di non seguirlo. Come lui, la stragrande maggioranza dei massimi dirigenti azzurri. Forse non sarebbero della partita i ciellini Lupi e Mauro, ma falchi e colombe provenienti da FI si riunirebbero nel nuovo contenitore.
Il progetto dello spacchettamento resta però in bilico soprattutto perché Meloni e Gasparri, Alemanno e La Russa non sembrano convinti che rinchiudersi in un recinto di destra con Storace risulti conveniente. Meglio sarebbe, secondo alcuni di loro, dar vita a una forza di centrodestra capace di accogliere anche ex gli azzurri che non seguirebbero il Cav. A suggellare lo schema – e garantire i colonnelli – sarebbe una grande alleanza elettorale simile a quella del 2006. Restano però nodi tutti interni agli ex An. La Russa e Gasparri, ad esempio, continuano a discutere fra loro dell’opportunità di accettare la fine del Pdl.
Meloni ha dovuto strappare con loro per candidarsi alle primarie solo pochi giorni fa e alcune scorie restano. E Alemanno avrebbe fatto sapere di essere disposto a trattare, ma a patto che gli si consegni la guida del progetto.
La situazione resta fluida. Ieri l’incontro ad Arcore con lo stato maggiore azzurro ha fatto emergere alcune differenze di strategia anche nell’entourage berlusconiano. Le colombe spingono per una scissione concordata, mentre i falchi chiedono all’ex premier di annunciare lo strappo in tv. Lui valuta, anche se l’effetto sorpresa è svanito. Di certo c’è che per ora non intende convocare nelle prossime ore un ufficio di presidenza. Ne avrebbe il potere e si guarda bene dal farlo. Prima stabilirà come "cambiare tutto", poi lo annuncerà via etere. Infine lo racconterà anche al partito.