Duferdofin un caso scottante ma quasi del tutto dimenticato

“La Duferdofin, acciaieria con sede a Giammoro (Pace del Mela), mette in C.I.S. (cassa integrazione straordinaria) i suoi 162 dipendenti. Sono stati infatti consumati, nei giorni scorsi, tutti i passaggi di rito necessari per arrivare a questo provvedimento estremo che, formalmente, è il preludio al definitivo licenziamento dei lavoratori.
La “Cis” è stata approvata dalle organizzazioni sindacali, dall’ufficio provinciale del lavoro e dal competente ministero. Al netto i lavoratori percepiranno € 750/00 al mese e questo fino al prossimo 25 ottobre del 2013, il tutto aggravato dal fatto che l’Inps paga la disoccupazione con un ritardo di circa 3/4 mesi. L’acciaieria Duferdofin ultimamente ha dovuto rinunciare ad alcune commesse importanti, assegnate da aziende tedesche, perché il trasporto ferrato è aumentato notevolmente rendendo antieconomico la realizzazione di questi lavori che sono stati assegnati alle acciaierie di San Giovanni Valdanno e San Zeno, che sono più vicine alla Germania.
Nonostante alcuni tentativi di ammodernamento degli impianti di produzione non si intravedono all’orizzonte concrete possibilità di rilanciare l’attività della Duferdofin.
“In pratica – ha ricordato Picciolo – questo significa che 162 famiglie del nostro territorio, che vivono una situazione di evidente crisi economica e occupazionale, perderanno il loro salario di sussistenza. L’Azienda ha fatto sapere che l’unica via d’uscita potrebbe essere un aumento delle commesse in dotazione che porti il regime produttivo dall’attuale 25% ad almeno il 40%. Questa soglia minima consentirebbe di far lavorare i dipendenti per almeno due settimane al mese – ha continuato il deputato del Pds – permettendogli di passare dalla C.I.S. al contratto di solidarietà. La cosa sconcertante e inaccettabile è come quanto detto stia avvenendo nel più assoluto disinteresse da parte della classe dirigente della nostra regione – concluso lo stesso Picciolo – per prima quella politica, che ancora una volta è colpevolmente distratta di fronte a quelle che sono le esigenze del nostro territorio e di chi lo abita. In altre zone, magari nel nord Italia, una situazione così grave, avrebbe trovato la classe politica tutta compatta e concorde nel fare fronte comune a difesa dei propri concittadini, magari richiamando una opportuna attenzione mediatica”.
Infine un assunzione di responsabilità da parte del neo rieletto deputato che “intende assumersi le proprie responsabilità di rappresentante del territorio e, forte delle ragioni dei lavoratori, chiede alla classe politica tutta di incontrarsi per individuare una strategia comune per scongiurare la chiusura di una delle ultime realtà produttive ancora operanti sul nostro territorio”.
“Questo appello – ha precisato Picciolo – è rivolto in primis al nostro presidente, l’On. Crocetta che ha pubblicamente dichiarato di voler fare della difesa dei lavoratori una bandiera della sua azione di governo e che, sono certo, non farà mancare il suo sostegno e la sua azione propulsiva a difesa di questi lavoratori messinesi. Al Presidente Crocetta chiedo un suo autorevole intervento presso il governo nazionale finalizzato ad una contribuzione sulle spese di trasporto ferrato per i treni merce che giungono e partono dalla Sicilia, solo questo potrebbe in parte colmare il costo enorme che la nostra regione ha dovuto pagare a causa di una inadeguata infrastrutturazione. La mia richiesta non è solo di un deputato eletto dal territorio ma dell’intero gruppo parlamentare del Partito dei siciliani. Preannuncio che sulla questione della Duferdofin intendo fare una dettagliata interrogazione parlamentare, non appena sarà insediata la nuova assemblea regionale siciliana. Al contempo chiederò ai parlamentari nazionali del mio partito (Partito Dei Siciliani) di richiamare l’attenzione del ministero dello sviluppo economico.”