Pdl, primarie annullate: Alfano si piega al Cav

Il Pdl annulla le sue primarie. "Alla fine il segretario Angelino Alfano si arrende. La mediazione di Verdini, su mandato di Berlusconi, sortisce i suoi effetti. L’annuncio avverrà breve, col motivo ufficiale dell’anticipo a gennaio delle regionali nel Lazio – scrive Carmelo Lopapa a pagina 12 di Repubblica – .
Nelle parole di ieri sera a Porta a Porta di Maurizio Lupi la conferma: ‘A questo punto, non si possono più tenere le primarie del Pdl il 16 dicembre’. E, aggiunge al suo fianco Mariastella Gelmini, ‘non è solo una questione di tempo, ma anche di differenza con il Pd, che sta facendo primarie di coalizione’. La principale competitor, Giorgia Meloni, resta contraria (‘Si devono fare comunque, se non a dicembre a gennaio, c’è tutto il tempo per organizzarle, magari con Berlusconi in corsa’) ma il dado ormai è tratto. Da Arcore, del resto, in queste ore piu’ che un’offerta era planato un ultimatum. Anche perchè gli avvocati Ghedini e Longo avrebbero convinto il Cavaliere che la corsa alla Presidenza del Consiglio costituirebbe valido motivo per giocarsi la carta del ‘legittimo impedimento ‘ per sospendere il processo Ruby e rinviare la quasi imminente sentenza (attesa per fine gennaio, primi di febbraio) almeno fino alle politiche di marzo. Che poi la strategia difensiva vada in porto con successo, con l’accoglimento della richiesta da parte del Tribunale, e’ tutta un’altra storia. Berlusconi comunque e’ galvanizzato. Oggi torna a Milanello negli spogliatoi del Milan nelle vesti di ‘portafortuna’. L’annuncio del ritorno e’ rinviato alla prossima settimana. Ma la strada e’ tracciata e porta dritta a nome e simbolo di 18 anni fa. Ieri e’ rimasto ad Arcore anche per le registrazioni del videomessaggio della ‘ridiscesa’. Durissimo, raccontano, contro le ‘politiche recessive di questo governo’.
Sintentico, diretto e centrato su tre soli punti: difesa dei diritti civili e della liberta’ personale ‘contro la magistratura politicizzata ‘, attacco alle politiche Ue e ‘al monopolio della Merkel’, infine lotta alle tasse e al ‘regime di polizia tributaria’. Dunque Berlusconi sta meditando di tenersi il Pdl e cambiargli i connotati, anche per poter contare sui rimborsi elettorali e sulle fideiussioni personali concesse in questi anni al partito, piuttosto che imbarcarsi di questi tempi in un’avventura nuova di zecca ma costosa e dunque rischiosa sotto il profilo finanziario, come gli ha suggerito Confalonieri. La strada e’ tanto tracciata che Ignazio La Russa, col logo "Centrodestra nazionale" gia’ in tasca, ha le valigie in mano. Lo spiega al Tg3: ‘Se Berlusconi presenta una nuova Forza Italia o se anche tutto insieme il Pdl si orientasse a essere, non dico riesumazione, ma una riedizione di Fi, io penso che chi ha una storia parallela dovrebbe proseguire sulla strada di una formazione politica orgogliosamente diversa’. Partita

chiusa? Anche questa no. La Russa dovra’ fare i conti con chi, tra gli ex An, e’ assolutamente contrario come Matteoli, ma anche coi dubbiosi Alemanno e Gasparri, tutt’altro che convinti dello strappo. Alfano, stretto nella morsa e sconfitto sulle primarie, tace. Ma in queste ore i contatti con Casini e Montezemolo si sono fatti serrati. Lunedi’ sera a casa del segretario anche i fedelissimi Fitto, Frattini, Lupi e Mario Mauro hanno sponsorizzato la linea filo-centrista: tentare di convincere Berlusconi a rinunciare alla premiership e costruire la coalizione del Ppe italiano puntando su Monti.
Sarà un’impresa titanica". Sullo stesso argomento l’intervista a Sandro Bondipubblicata a pagina 11 della Stampa che dice: "’ Bisogna sciogliere alcuni nodi, fra cui l’identità di un partito liberale e riformista che non può essere sbilanciato nè sulla destra di La Russa nè sui supporter di Monti. Il Pdl, per una serie di cause, ha perso il consenso degli elettori che si rifugiano nell’astensionismo o addirittura in Beppe Grillo. Il nostro tradizionale elettorato – ceto medio e il popolo delle partite Iva – soffre tremendamente la crisi economica, è disgustato dalla politica, non è stata convinto dalla nostra esperienza di governo e non trova una proposta a cui affidarsi’. Bondi sottolinea come la necessità di riconquistare la fiducia degli elettori passa per ‘il totale rinnovamento del Pdl o la nascita di un nuovo movimento politico’. Purtroppo chi proviene da An ha mantenuto un’identità e un modo di fare politico che mal si conciliano con il profilo di una forza politica autenticamente liberale e riformista".