Perchè l’Italia torni a crescere occorrono "politiche di riduzione del deficit e del debito sviluppate all’insegna delle riduzioni di spesa corrente, e non già di aumenti di tasse", la cui pressione è diventata una "insostenibile zavorra a carico di investimenti e consumi. Occorre, insomma, una prospettiva realistica di riduzione netta della pressione fiscale complessiva". Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione dell’incontro con Pier Ferdinando Casini. Illustrando il punto di vista delle piccole e medie imprese italiane, Sangalli ha sottolineato "l’impennata della pressione fiscale complessiva" con "pesanti effetti recessivi" e "un balzo all’indietro di circa quindici anni del prodotto interno e dei consumi pro capite". Un’analisi rispetto alla quale "l’uscita dal tunnel della crisi appare davvero ancora lontana". Il presidente di Confcommercio ha chiesto "più determinazione e ambizione" sul versante della crescita, "in Europa e in Italia". Nel nostro paese, in particolare, "occorre una compiuta agenda per il risanamento, la ricostruzione e la crescita". Sul fronte della cosiddetta "spending review" ha invocato la "dismissione del patrimonio pubblico", le "semplificazioni", e anche e soprattutto "l’azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione. Attivando al piu’ presto – lo sottolineo – il principio di destinare almeno una quota rilevante delle risorse derivanti dal recupero di evasione ed elusione alla riduzione della pressione fiscale a carico dei contribuenti in regola".
Quanto alle misure economiche messe in campo dal governo, "ancora non ci siamo".
L’associazione delle pmi chiede "che venga fatto di tutto, anche oltre il perimetro della Legge di Stabilità, per archiviare definitivamente l’ipotesi del nuovo aggravio dell’aliquota Iva ordinaria" il cui aumento previsto per luglio prossimo "sarebbe una doccia gelata, che smorzerebbe le prospettive di ripartenza dell’economia". Quanto all’Irpef, "chiediamo che davvero si ricorra, a partire dal 2013, all’attivazione del fondo ‘taglia-tasse’, alimentato dai proventi del recupero di evasione e dalle risorse rinvenienti dalla possibile riduzione del costo del servizio del debito pubblico". Insomma, "servono scelte che sostengano la domanda interna nel suo complesso: la domanda per investimenti e i consumi delle famiglie" che "contribuisce alla formazione del Pil per circa l’80 per cento e che, dunque, resta determinante per il contrasto della recessione e per il ritorno alla crescita". Sangalli ha chiesto misure appropriate anche per il rilancio del settore dei servizi, attraverso "un pluralismo distributivo", il "decollo del piano citta’" e "la compiuta valorizzazione della risorsa turismo e del ‘combinato disposto’ tra turismo e cultura". Ma anche attraverso "investimenti infrastrutturali" e "puntando sulla filiera dell’economia digitale e su quella di una green-economy opportunamente incentivata, ma non dopata".
Sangalli ha fatto un appello al mondo politico perche’ "si concentri su scelte determinanti per l’accrescimento della produttivita’ di tutto il sistema imprenditoriale italiano e di tutto il Paese: infrastrutture, integrazioni di rete ed internazionalizzazione, ma anche istruzione e formazione, ricerca ed innovazione". Ha quindi parlato dell’accordo tra le parti sociali, "un accordo impegnativo" che "va a vantaggio tanto delle imprese, quanto dei lavoratori e, dunque e soprattutto, a vantaggio degli interessi generali del nostro Paese. Per questo, davvero ci auguriamo che l’accordo possa registrare, in prospettiva, anche l’adesione della Cgil". E’ pero’ chiaro – conclude – che la produttivita’ del lavoro dipende anche – e molto – "dalla produttivita’ complessiva del Paese. E, dunque, dall’avanzamento dell’intero cantiere delle riforme e, dunque, dalla qualita’ delle scelte politiche". Cio’ che serve e’ "una ricostruzione robustamente ‘stimolata’ dalla severita’ delle regole, da una drastica riduzione dei costi della politica, dalla stessa riforma della legge elettorale.
Cosi’ come occorre la rivisitazione dell’impianto del Titolo V della Costituzione" perche’ "il federalismo – ne resto convinto – serve. Ma serve il federalismo della responsabilita’ e della cooperazione". Per tutto questo "serve la buona politica" che "significa anche capacita’ di preservare il filo tenace del riconoscimento, da parte dei partiti politici, di una comune responsabilita’ repubblicana.
Oggi e nella prossima legislatura". E’ tale "responsabilita’ repubblicana" che, secondo Sangalli, "non potra’ che giovare al superamento delle sfide ancora aperte per il nostro Paese e, anzitutto, al superamento della sfida del ritorno alla crescita".