‘Caro Presidente, non roviniamo tutto… E’ l’appello che ti rivolgo sapendo che le notizie apparse sulla stampa non sono campate per aria, ma consapevole che le tue decisioni non sono ancora prese. Non cedere a tentazioni ‘nostalgiche’ o a espedienti tattici, non dividere il nostro mondo in tanti pacchetti, mettendo in pericolo il significato più profondo della tua sfida politica’. Inizia così l’appello che Giorgia Meloni ha presentato al presidente del Pdl, Silvio Berlusconi, nel corso dell’incontro che si è svolto – informa una nota – in un clima di cordialità e confronto.
‘Non so e non credo che ci sia veramente l’intenzione di rifare Forza Italia, nè so se qualcuno stia cercando di rifare un altro partito, simmetricamente nostalgico di Alleanza nazionale. So però che è una follia. So che, se non disarticoleremo ciò che faticosamente abbiamo composto, tra 20 anni i libri di storia diranno che hai trasformato la politica italiana, creato il bipolarismo, strappato le istituzioni al continuo tira e molla tra maggioranza e opposizione, comprensivo degli accordi sotto banco. E si scrivera’ anche che negli stessi anni le culture del liberalismo cattolico, della destra identitaria e del riformismo laico hanno trovato una casa comune, cosi’ come ce l’hanno nel Partito conservatore in Gran Bretagna, in quello gollista in Francia, nel Ppe spagnolo, nella Cdu in Germania.
Questo tentativo di fondare il Ppe italiano – prosegue Meloni – mettendo a sintesi varie esperienze, rifuggendo dalla logica campanilistica ed elettoralistica, incardinato nel PdL e non ancora concluso, e’ l’altra eredita’ di questi 18 anni.
La tua statura politica non si misura nella candidatura alla Presidenza del Consiglio, ma nella capacità di dare un futuro alle tue intuizioni, a renderle solide e durevoli nel tempo. Il tuo lascito più rivoluzionario e’ rappresentato da bipolarismo e partito unico del centrodestra. E oggi a te spetta il compito di aggiungervi la trasformazione del partito a conduzione carismatica in un Movimento in cui le decisioni vengono condivise e in cui si rinnovano contenuti, volti, ruoli, procedure. A esempio, non dobbiamo candidare coloro che hanno tenuto un comportamento contrario ai principi del PdL. La magistratura e’ un’altra cosa e ha un altro compito, non dobbiamo sostituirci, fare noi i processi, ne’ farci dettare le liste dalle Procure, ma chi ha sporcato il nostro nome deve restare a casa. Questo vuole la nostra gente, e vuole anche sentir parlare di lavoro, produzione, riforma del fisco, ecologia, digitale, famiglia, casa, futuro, redditi, tagli agli sprechi, equità. Per questo – aggiunge Meloni nell’appello – le elezioni primarie sono congeniali a ristabilire un dialogo, a entrare nel merito delle criticità del sistema, a coinvolgere territori e categorie. Per questo ti chiedo di confermarle. Mi sento di farti un appello affinche’ rilanci questo progetto, non consentendo una modifica della legge elettorale che renda l’Italia ingovernabile. Non accettando i cattivi consigli di chi vuol dare vita a ‘operazioni nostalgia’, riesumando tanti partitini per guadagnare teorici punti percentuali ma smarrendo definitivamente l’obiettivo strategico. Dieci partiti con il 3% fanno il 30%, ma non fanno una prospettiva.
Non abolendo le primarie ma investendoci sopra per avvicinare la gente alla buona politica. Occorre credere nel PdL, non cancellarlo ma rinnovarlo.
Confermare lo schema secondo il quale a un segretario quarantenne da te designato, possibilmente corredato da dirigenti altrettanto freschi e dinamici, spetta il compito di rappresentarne la leadership, concedendo piu’ autonomia e conservando, in caso di fallimento, il diritto a un giudizio severo’.
‘Non sei invece sostituibile nel ruolo di regista, nel grande compito di traghettare nella terza Repubblica quello che hai costruito, con nuovo impeto innovatore e senza trascurare il grande buco che abbiamo avuto in questi anni nel mettere in rete il nostro blocco sociale e culturale di riferimento: piccola impresa, famiglia, sussidiarieta’, volontariato, nuove generazioni, non garantiti. E’ l’ora del futuro, costruiscilo con noi, alle regole stabilite. L’Italia ha diritto ad avere una stagione di riforme, un bipolarismo maturo e operoso, non piu’ muscolare, un’alternanza di governo, un partito unico di centrodestra con un allenatore e un centravanti, per usare una tua metafora. Ha diritto di credere in se stessa e di vincere la sfida della crisi. Ci puo’ riuscire – conclude Meloni – solo se noi non siamo da meno, se sappiamo ancora credere nelle nostre idee, mentre in troppi nelle nostre fila danno l’impressione di voler solo gestire sconfitte, purche’ non mettano a rischio il proprio potere. E’ roba per ‘vecchi’, non nel senso anagrafico del termine, ma in quello spirituale. Non fa per la mia generazione, non fa per te. Con affetto e decisione, Giorgia’.