
Alle 20 Pier Luigi Bersani arriva a Palazzo Chigi per un colloquio con Mario Monti che durerà un’ora e mezza. Oggetto ufficiale del colloquio la possibilità di un unico election day, ma poi si è finito per discutere dei problemi del lavoro, dell’economia, dell’Ilva e di fine legislatura.
E’ la prima volta che il leader del Pd incontra il premier in veste di candidato del centrosinistra come capo del governo. Secondo le indiscrezioni, il premier avrebbe manifestato il proprio apprezzamento per il metodo delle primarie (‘Monti ha voluto conoscere questa nostra avventura’). Il segretario del Pd avrebbe evitato di chiedere al Presidente del Consiglio quali siano le sue intenzioni in vista delle elezioni politiche: ‘Nessuno deve tirare Monti per la giacca. Non è utile. Monti nello squadrone del Pd? Che squadrone! Non vorrei annettere proprio tutti. Monti è una risorsa’. Il candidato del centrosinistra ha confermato la lealta’ del Pd al governo che, a suo parere, sarebbe meglio terminasse il proprio lavoro in coincidenza con la fine naturale della legislatura: ‘Bisogna concludere e bene il lavoro messo in cantiere’. Bersani, a differenza di Silvio Berlusconi e del Pdl, non e’ favorevole all’election day anche perche’ nel Lazio è ormai deciso che si voti il 3 e 4 febbraio. Il 7 aprile e’ inoltre gia’ fissato il voto per rinnovare i consigli regionali di Lombardia e Molise. Solo quest’ ultima data puo’ coincidere con le elezioni politiche, se il presidente della Repubblica dovesse sciogliere le Camere entro la meta’ di febbraio. ‘Non so interpretare la discussione in casa Pdl. Noi siamo leali con il governo e in Parlamento proveremo a modificare atti che non sempre ci convincono’, dice Bersani alla fine del colloquio con Monti, ribadendo che sarebbe meglio separare le elezioni politiche da quelle amministrative. Ieri ci sono stati vari contatti tra il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica in vista della riunione del Consiglio dei ministri convocato oggi alle 11 (all’ordine del giorno c’e’ pure il Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto a ricoprire cariche elettive e di governo ‘conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi’). E’ probabile che in tali contatti si sia discusso del margine di tempo a disposizione del governo pur restando il nodo irrisolto della riforma elettorale piu’ volte sottolineato dal presidente Napolitano e che potrebbe essere oggetto da parte sua di un formale messaggio alle Camere, se i partiti non dovessero trovare un accordo nei pochi giorni che restano a disposizione. L’esito del colloquio tra Monti e Bersani non dev’essere piaciuto a Berlusconi che alle 22 dirama una nota: ‘Sono assediato dalle richieste dei miei perchè annunci al più presto la mia ridiscesa in campo. La situazione oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio paese. Oggi l’Italia è sull’orlo del baratro. L’economia è allo stremo: un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d’acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili. Le imprese chiudono, l’edilizia crolla, il mercato dell’auto e’ distrutto’. L’ex premier fa riferimento all’Imu che angoscia le famiglie italiane.
Il preambolo analitico serve a preparare la conclusione della nota: ‘Non posso consentire che il mio paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non e’ piu’ possibile andare avanti cosi”. Da qui l’ ammissione, seppure ancora implicita, che Berlusconi si vede costretto a una scelta che verra’ presa ‘tutti insieme, nei prossimi giorni’.
Ieri la riunione dell’Ufficio di presidenza del Pdl non aveva sciolto tutti i dubbi del Cavaliere che ha fissato un nuovo vertice del suo partito per le 13,30. Con la ridiscesa in campo di Berlusconi verrebbero annullate le primarie del Pdl che erano state fissate per il 16 dicembre e potrebbe arrivare entro tempi brevi la decisione di ritirare la fiducia al governo Monti usando come argomento il rifiuto a un unico election day. Ignazio La Russa, tra i coordinatori del Pdl, dà la sua versione dei fatti: ‘Il rinvio del vertice è dipeso dagli impegni di alcuni partecipanti. Anzi, Berlusconi aveva proposto di riprendere il vertice per cena con l’obiettivo di definire i dettagli di un piano di rilancio già ampiamente condiviso da tutti’. Intanto Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, assicura che il suo partito non vuole andare a votare con il Porcellum: ‘Noi sosteniamo la bozza Quagliariello sulla soglia e il premio di 50 deputati e 25 senatori per chi non raggiunge la soglia del 40% dei voti validi. Su questa proposta c’e’ l’ok del presidente Berlusconi.