Luca Cordero di Montezemolo prepara la sua discesa in campo. Così scrive Roberto Mania su REPUBBLICA. Il leader di ItaliaFutura pare voglia aiutare Monti a tornare a Palazzo Chigi non escludendo peraltro un accordo con il Pd. "’A questo punto potrei candidarmi’, ripete negli ultimi giorni ai suoi piu’ stretti collaboratori. La crisi, la fine del governo della ‘strana maggioranza’, la nuova sfida populista e anti-europea della destra berlusconiana, stanno obbligando il leader del movimento ‘Verso la Terza Repubblica’ a ripensare la tattica.
Anche perche’ – cosi’ sostiene Montezemolo nelle conversazioni private – c’e’ una parte dell’establishment italiano, piu’ vicino all’economia reale che alla finanza, che dopo aver guardato con scetticismo all’operazione di Italia Futura & co., ora la considera, insieme all’Udc di Pier Ferdinando Casini, tra le poche opportunità per arrivare a un Monti bis. Obiettivo, d’altra parte, auspicato, dietro le quinte, da Washington, dai tecnici di Bruxelles e Francoforte, e da non poche Cancellerie europee. Soggetti che non votano, sia chiaro, ma che contano nell’orientare la formazione dell’opinione pubblica nazionale. Per nessuno il ritorno del Cavaliere, anche solo nella campagna elettorale, puo’ essere rassicurante. ‘Non si tratta di fare il Terzo polo’, spiega Montezemolo. Si tratta di non disperdere il patrimonio di governabilita’ interna e di affidabilita’ internazionale costruito da Monti in questo anno a Palazzo Chigi. E proprio per questo e’ fuori discussione che se il Professore decidesse di candidarsi ‘la leadership – sono parole del presidente della Ferrari – sarebbe sua’. E con il suo imprimatur – aggiunge – ‘un listone di centro supererebbe il 15 per cento’. Partita aperta, che non fa escludere nemmeno a Montezemolo l’ipotesi, tutta sulla carta per ora, di un’alleanza elettorale, stante il Porcellum, con il Pd di Pier Luigi Bersani. (à) Domani sara’ a Reggio Emilia per la convention di Verso la Terza Repubblica. L’occasione, probabilmente, per annunciare la prossima mossa, cioe’ la candidatura. Per ora Montezemolo non ne ha parlato direttamente con Monti. Aspetta la decisione del premier, ma il fatto che quest’ultimo si senta piu’ libero di muoversi porta argomenti al progetto della lista per Monti. Che piace alla Chiesa italiana. (à)".
A questo proposito occorre segnalare un’intervista del CORRIERE DELLA SERA al segretario della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, secondo cui "non si possono mandare in malora tutti i sacrifici fatti dai cittadini". E ancora: "Irresponsabile chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia". Nelle parole di apprezzamento rivolte a Monti pare di scorgere un’investitura per il premier dimissionario nelle prossime elezioni politiche."Eminenza, tra crisi economica e politica il Paese vive ore drammatiche.
Qual e’ in questo momento la preoccupazione piu’ grande della Chiesa italiana? ‘La preoccupazione piu’ grande e’ la tenuta del nostro Paese e quindi la coesione sociale. Fino a quando ce la fara’ l’Italia? Un anno fa il problema era di metterla in sicurezza dentro una crisi di sistema che era stata sottovalutata per troppo tempo e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive, spesso solo annunciate. Nel frattempo il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose. Non si puo’ mandare in malora i sacrifici di un anno, che sono ricaduti spesso sulle fasce piu’ fragili. Cio’ che lascia sbigottiti e’ l’irresponsabilita’ di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando. E si conferma la radice di una crisi che non e’ solo economica e sociale, ma culturale e morale. Per troppo tempo i partiti sono stati incapaci di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia’. Come valuta la scelta del premier Mario Monti di lasciare dopo l’approvazione della legge di Stabilita’? ‘La chiusura anticipata della legislatura e’ sempre un segnale negativo per la politica e per un Paese. Nello specifico, piuttosto che galleggiare e’ meglio un atto coraggioso. Era una decisione, forse, inevitabile. Ma i grandi sacrifici che sono stati richiesti hanno il diritto di vedere frutti concreti, oltre ad avere permesso di non cadere nel baratro del fallimento del sistema-Paese. Inoltre e’ saggio tenere in seria considerazione l’autorevolezza che l’Italia ha acquisito in campo europeo e internazionale’. ‘Ora sono più libero’, ha detto Monti. Crede che possa giocare ancora un ruolo di servizio al Paese? ‘Il governo Monti è stato fin qui sostenuto da forze trasversali a motivo della gravità eccezionale dell’ora. Il momento presente richiede di continuare a concentrarsi sui problemi prioritari dell’economia, sul modo di affrontare la drammatica questione del lavoro e sulla lotta alla corruzione. Da questo punto di vista, sarebbe un errore in futuro non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilita’ del nostro Paese in campo europeo e internazionale evitando di scivolare verso situazioni irreparabili’. (à) Quanto possono sentirsi rappresentati, i cattolici, in questo quadro? C’e’ un vuoto di rappresentanza dei moderati? ‘Il fermento nelle file del laicato cattolico per un impegno a favore di una buona politica ha registrato in questi ultimi mesi una significativa accelerazione. D’altra parte pensare alla transizione del nostro Paese a prescindere dalle sue radici cristiane appare un’operazione antistorica, puntualmente contraddetta dall’esperienza di tanti che sperimentano la prossimita’ dei servizi sociali della Chiesa, sparsi capillarmente ovunque. Il cristianesimo sa di essere esperienza non di regresso, ma propulsiva, una forza di moderazione e di continuo rinnovamento, capace di proporre modelli di vita in cui l’esasperazione del consumismo e del liberalismo e’ superata in vista di uno sviluppo piu’ solidale ed equilibrato. Ne consegue una visione piu’ rispettosa della dignita’ della persona, in tutti i suoi valori fondamentali che costituiscono il patrimonio del nostro Paese. Sono convinto che, come in una famiglia, le difficolta’ possano sprigionare energie nuove cosi’ da superare prove ed errori e aprire una stagione migliore per l’Italia’".
Della candidatura di Monti parla anche un retroscena di Fabio Martini sulla STAMPA: una task force starebbe gia’ lavorando a una lista "Monti per l’Italia". Se il premier sciogliesse la riserva possibile un Big bang nella politica, scrive il quotidiano, secondo cui attratti verso il nuovo polo sarebbero il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ciellini, pezzi di Pdl e anche di Pd. "Lo studio di fattibilita’ e’ gia’ imbastito. A Milano, con la massima riservatezza, un drappello di esperti di comunicazione e di studi sulla opinione pubblica sta studiando l’impatto elettorale di una eventuale Lista ‘Monti per l’Italia’. Siamo ancora nella sfera dei sondaggi preliminari (tra l’altro promossi in modo ‘volontario’), perche’ il Professore effettivamente non ha ancora deciso cosa fara’ ‘da grande’, ma e’ pur vero che l’esplorazione segnala un’ambizione che fino a qualche settimana fa si poteva intuire, ma certamente non si poteva dedurre dal lessico ‘negazionista’ del Professore. Ma c’e’ un secondo indizio, stavolta imponente, che conferma l’intenzione di fare sul serio: nel lungo colloquio nel corso del quale il presidente del Consiglio due giorni fa ha comunicato a Giorgio Napolitano la sua intenzione di dimettersi anticipatamente, Monti ha esplicitamente accennato alla possibilita’ di una sua ‘discesa in campo’, anche se subordinata a diverse variabili.
E Monti – ecco un altro passaggio molto significativo – ha chiesto a Napolitano una sorta di via libera. E il Capo dello Stato, constatato quanto fosse cambiato il contesto rispetto al suo ‘non possumus’ di due settimane fa, ovviamente ha annuito: perche’ a questo punto oramai e’ chiaro che a rompere le ‘regole d’ingaggio’ che portarono Monti a Palazzo Chigi e’ stato Silvio Berlusconi. (à) Quella di ieri, lo ha percepito lo stesso Monti, e’ stata nel Pdl una giornata di grandi inquietudini, che in queste ore stanno attraversando almeno tre aree: quella dei ‘ciellini’; una delle correnti piu’ strutturate della ex An, quella che fa capo al sindaco di Roma Gianni Alemanno; alcune personalita’ di cultura socialista, come Giuliano Cazzola e due ex ministri come Franco Frattini e Maurizio Sacconi. Dal Pdl e’ gia’ uscita una avanguardia (Pecorella, Stracquadanio, Bertolini) che sta facendo proseliti e punta a formare un gruppo parlamentare entro la fine della legislatura, escamotage che consentirebbe di evitare la raccolta di firme per poter presentare una lista alle elezioni. Se tutti questi gruppi e altri, all’annuncio di Monti, lasciassero il Pdl, quelle uscite si configurerebbero come una scissione con un prevedibile impatto anche elettorale. Uno strappo al quale bisogna affiancarne un altro, di segno molto diverso: quello di Oltretevere col ‘nuovo’ Berlusconi. Certo, gia’ da tempo Vaticano e Cei lanciavano segnali di apprezzamento verso Monti, ma la novita’ si e’ determinata negli ultimi giorni, con la presa distanza da Berlusconi da parte di ‘Avvenire’ (attraverso gli editoriali del suo direttore Tarquinio) e la promozione, senza se e senza ma, della leadership Monti.
Ovviamente l’attesa per la decisione del premier e’ piu’ forte tra chi ha puntato sul Professore prima degli altri.
Luca Cordero di Montezemolo – il cui discorso alla Convention di Roma, ha di fatto acceso i riflettori sul Monti-candidato – attende di vedere se il premier si presentera’ alle elezioni. Se invece Monti decidesse diversamente, a quel punto Montezemolo valuterebbe se impegnarsi direttamente.