Berlusconi: Reazioni estere eccessive e fuori luogo

"’Sono l’uomo nero’. Sembra che sia crollato il mondo con l’annuncio della sua candidatura, la conseguente sfiducia al governo e l’accelerazione di Monti verso lo scioglimento delle camere.
Si sono aperti i mercati, la Borsa è precipitata, lo spread è volato e una tempesta di critiche, anche dall’estero, si è abbattuta su Berlusconi. Tutti – scrive La Stampa – a indicarlo come l’untore d’Europa. ‘Ecco – dice ridendo – sono additato come l’uomo nero che fa paura a tutti, ma chi deve avere veramente paura è Bersani. Non deve dormire sonni tranquilli’. Viene descritto grintoso come ai vecchi tempi, indifferente alle accuse di essere un irresponsabile, interessato ai suoi affari, indifferente agli interessi italiani. Ha letto la valanga di fango che gli hanno riversato addosso i giornali, anche quelli esteri, soprattutto tedeschi e francesi. Così nel pomeriggio ‘l’uomo nero’ ha deciso che non poteva più stare zitto. Non bastava che parlasse Alfano e dicesse che ‘i mercati sono molto suscettibili ma non dettano l’agenda, non scelgono i governi: diversamente saremmo davanti alla bocciatura di ogni governo futuro. Se la reazione e’ la sfiducia a prescindere per qualsiasi governo noi ci schieriamo con il popolo italiano e non con i mercati’. Era necessaria una reazione del protagonista di questo sconquasso, che rispondesse anche a l’ex ministro Frattini, che in mattinata aveva preso le distanze dalla linea politica anti-Monti e anti-Merkel: ‘Chi ignora le reazioni internazionali e i mercati commette un grave errore’. Per Frattini i toni esasperati nei confronti del governo sono sbagliati. Bene, l’uomo nero considera le reazioni alla sua candidatura ‘eccitate, fuor di luogo, offensive’ non tanto nei suoi confronti quanto per ‘la liberta’ di scelta degli italiani’. Poi rincara la dose e’ insinua il sospetto che queste ‘ingerenze’ siano ‘l’ennesima manovra speculativa tesa a indebolire le nostre aziende e a renderle facile preda di acquirenti stranieri’

Sempre dalla STAMPA si legge: "La battuta che circola adesso e’ che ‘la Lombardia sta per diventare l’Ohio d’Italia’. Chi vince qua, vince le elezioni. O almeno non le perde. Il politologo Roberto D’Alimonte, sul ‘Sole 24 Ore’, lo ha spiegato con tanto di numeri: se le liste forti sono piu’ di due – diciamo centrodestra, centrosinistra, grillini e centristi per Monti – Berlusconi puo’ fare un buon risultato in Lombardia. E se lo fa, al Senato non vince nessuno. E se al Senato non vince nessuno, il Cavaliere e’ tutt’altro che morto. "Ecco il piano di ‘Silvio VI’: vincere in casa propria. O meglio cercare una rivincita, visto che la sua terra, alle comunali di Milano nel 2011 e di Monza e Como la scorsa primavera, gli ha solennemente voltato le spalle. Piu’ che una sconfitta e’ stato un tracollo. A Monza e a Como, cinque anni prima, i candidati del centrodestra avevano vinto al primo turno; quest’anno hanno perso, ai ballottaggi, 63,40 a 36,60 (a Monza) e addirittura 74,87 a 25,13 a Como. Dove nel 2007 Forza Italia e An arrivavano, sommando i voti, quasi al 44 per cento: nel maggio scorso il Pdl al primo turno e’ arrivato al 13,66. E tuttavia Berlusconi conta su un altro dato: la sinistra, in queste aree, pur vincendo non ha guadagnato voti. Ha vinto perche’ gli elettori di centrodestra, delusi se non disgustati, sono stati a casa.
Riuscira’ lui, dopo neanche un anno, a recuperarli?
L’accoglienza in quella che fu la sua roccaforte non e’ per il momento favorevolissima. (..) E Berlusconi punta sulla gente. Sullo scontento della gente che sta pagando le tasse e soprattutto sullo scontento delle categorie produttive lombarde: commercianti, artigiani, piccoli industriali. Si e’ detto ‘sollevato’ dalle dimissioni di Monti, ad esempio, Franco Colombo, presidente della Confapi varesina, che ha ironizzato sulla ‘disperazione di molti’. ‘Se volete’, ha detto, ‘vi faccio fare un giro da tanti imprenditori disperati dopo Monti & C’. E’ questo il mondo cui Berlusconi guarda per recuperare i voti persi negli ultimi anni".