Mario Monti spinge sull’acceleratore. Oggi incontra i leader del centro – da Pier Ferdinando Casini a Luca Cordero di Montezemolo – per verificare la possibilità di una comune presenza elettorale sulla base della cosiddetta Agenda Monti. Secondo le indiscrezioni, il premier dimissionario spingerebbe per la soluzione di un’unica lista almeno al Senato riservandosi il potere di veto sulle candidature. La riunione segue alcuni atti che hanno ufficializzato la sua scelta di un impegno diretto nella campagna elettorale. Prima i contenuti della conferenza stampa tenuta domenica 23 dicembre, poi i messaggi via Twitter inviati la sera di Natale dopo le 23,30 con una inedita strategia di comunicazione (”Insieme abbiamo salvato l’Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersi si”, ”Saliamo in politica!”). Sempre domenica 23 dicembre, Monti aveva precisato nella trasmissione tv ”In mezz’ora”: ”La mia agenda ha bisogno di un mandato elettorale e politico, in particolare dalla societa’ civile e da quelle persone che mi dicono: mi ha tartassato, ma mi fido perche’ sei una persona seria”. Spiega Roberto Rao, Udc, dai microfoni di SkyTg24 sulla possibilita’ di un’unica lista di centro: ”Decidera’ lui con incontri e nuovi contatti ai massimi livelli perche’ ci sono vantaggi e svantaggi in entrambe le soluzioni. In ogni caso si decidera’ entro la fine dell’anno”. Alla Camera, se non si dovesse trovare un accordo, potrebbero esserci piu’ liste fra loro collegate in coalizione che farebbero riferimento una ”federazione di centro” che nascerebbe nei prossimi giorni. La scelta di Monti crea intanto tensioni sia del Pdl (dove Beppe Pisanu e Franco Frattini guidano i filomontiani disposti a lasciare il partito), sia nel Pd (cinque parlamentari hanno gia’ abbandonato il partito: Pietro Ichino, Benedetto Adragna, Lucio D’Ubaldo, Giampaolo Fogliardi e Flavio Pertoldi). Scrive Casini sulla sua pagina Facebook: ”Le isteriche reazioni del Pdl e di Berlusconi nei confronti del presidente Monti e dell’Udc dimostrano che abbiamo colpito nel segno. La nostra e’ l’unica proposta credibile in campo che si rivolge ai popolari, ai moderati e a i riformatori seri. Tutto il resto ci riporta al carnevale di qualche anno fa. No grazie, abbiamo gia’ dato!”. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, spiega invece che la salita di Monti in politica rappresenta ”un vulnus politico e istituzionale che diventerebbe lacerante qualora Monti sviluppasse una campagna elettorale alla guida di uno schieramento centrista contro il Pdl e la facesse utilizzando la carica di presidente del Consiglio alla quale e’ stato nominato proprio con il nostro concorso”. Il Pdl vorrebbe che a questo punto Monti si dimettesse per lasciare il suo incarico a una personalita’ istituzionale. Silvio Berlusconi, prima che entrino in vigore le regole della par condicio, continua la sua campagna elettorale nelle tv. Ieri ha rilasciato una intervista al Tg4 e poi ha fatto una telefonata alla Comunita’ Incontro di don Pierino Gelmini. ”L’agenda Monti non e’ che la continuazione della politica del governo tecnico, su ispirazione della Germania. Una cura sbagliata che ha portato ai numeri che conosciamo. Ci hanno costretti a lasciare il governo un anno fa circa con una congiura che la storia mettera’ in luce”, ha detto tra l’altro l’ex premier. Dal Pd prevale la cautela sulla scelta di Monti, che non era stata prevista e che comunque costituisce un ostacolo sulla strada che puo’ portare Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi. ”Ho il massimo rispetto per il professore, ora aspettiamo di vedere se sara’ sopra le parti e o scegliera’ piuttosto una parte. Questo non l’ha chiarito”, dichiara il segretario Bersani al Tg2, aggiungendo: ”Nell’Agenda Monti intanto non ho visto nulla di sorprendente. Ci sono cose condivisibili, altre un po’ meno, altre su cui si puo’ discutere”. Quanto all’alleanza con Nichi Vendola che a parere di Casini sarebbe da ostacolo a un rapporto tra Pd e montiani, Bersani precisa: ”Noi siamo il Pd, di gran lunga il piu’ grande partito italiano, europeista e riformatore. Un partito alternativo a Berlusconi, alla Lega e ai populismi e che e’ aperto a discutere con chi e’ contro Berlusconi, la Lega e i populismi”. Sulla corsa verso le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio ci sono alcuni adempimenti da fare. Il 28 dicembre, alle 15, torna a riunirsi il Senato per votare il decreto ”taglia firme” che riduce sensibilmente il numero di quest’ultime necessarie alla presentazione delle liste. L’ 11 e il 12 gennaio dovranno essere presentati i simboli e gli accordi di coalizione. Il 20 e 21 gennaio i nomi dei candidati per la Camera e il Senato.