"Sto bene, grazie a tutti. Ora voglio rivedere mia madre". Sono state queste – secondo gli inquirenti – le prime parole tra le lacrime di Andrea Calevo dopo essere stato liberato con un blitz di polizia e carabinieri. A quanto si apprende l’imprenditore è già nella sua abitazione a Lerici, da dove era stato rapito la sera dello scorso 16 dicembre. L’uomo è stato trovato in un vano bunker in un’abitazione a Sarzana, vicino Lerici. Secondo gli inquirenti è "in buonissime condizioni". Tre persone (due italiani e un albanese, pregiudicati) sono state fermate per il rapimento .
"Grande soddisfazione" per l’operazione che ha portato alla liberazione di Andrea Calevo e al fermo di tre persone, due italiani ed un albanese, mentre si sta ancora vagliando la posizione di altre persone ("quattro/sei") che potrebbero essere state coinvolte nella rapina nella villa di Calevo a Lerici. E’ così che Gaetano Chiusolo, direttore della Direzione centrale Anticrimine (Dac), ha fornito i primi dettagli dell’operazione interforze. "Innanzitutto – ha detto Chiusolo a Tmnews – grande soddisfazione per la liberazione dopo solo 14 giorni di questo giovane imprenditore". Sin dall’inizio, ha proseguito Chiusolo, c’è stata "una grande sinergia tra la procura e gli investigatori di polizia e carabinieri che hanno condiviso strategie ed intelligentemente diviso i compiti". Chiusolo ha confermato che Calevo è stato trovato "in una cantina-bunker priva di finestre, nell’abitazione del principale sospettato di essere l’autore del squestro, uno dei tre fermati. Ora stiamo vagliando le loro responsabilità".
Sono state analizzate attentamente le "relazioni con la famiglia", e contestualmente è stata effettuata "una attenta analisi della dinamica del sequestro" ricostruendola nei minimi dettagli. Una "complessa attività tecnica" ha portato a comprendere il ruolo delle persone che poi sono state fermate.
Si tratta di "due italiani, un 25enne e un 70enne legati da rapporti di parentela, e un albanese". I tre, ha spiegato Chiusolo "lavoravano nel campo dell’edilizia" ma non sono ancora chiari gli enventuali rapporti con l’impresa di Calevo. Rapporti che sono "al vaglio degli inquirenti, così come la posizione di altre quattro/sei persone che potrebbero avere partecipato alla rapina". L’ostaggio, ha confermato Chiusolo, "è in condizioni di salute abbastanza buona", considerando che è rimasto sotto sequestro per 15 giorni e potrebbe non essere stato alimentato a sufficienza.
Sulla vicenda gli investigatori stanno proseguendo tutti gli accertamenti del caso, compresi quelli sulla presenza di armi nella villa-rifugio dove Calevo era rinchiuso. I tre fermati sono stati portati nella Procura di Genova.
"E’ una grande soddisfazione la liberazione di Andrea Calevo, portata a termine a conclusione di una operazione complessa e congiunta tra Polizia e Carabinieri che testimonia ancora una volta la grande capacità e professionalità delle nostre Forze dell’Ordine e come la loro sinergia risulti vincente", ha detto in una nota il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri sulla liberazione dell’imprenditore.
Cancellieri, si è congratulata con il capo della Polizia Antonio Manganelli e il comandante generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, si legge nel comunicato diffuso dal Viminale, "per la brillante operazione, eseguita in piena sinergia tra Polizia di Stato e Carabinieri e coordinata dalla Procura Distrettuale di Genova". "In questo momento un augurio speciale di buon anno desidero rivolgerlo ad Andrea Calevo ed alla sua famiglia", ha concluso Cancellieri.