“Per essere anche nostra la scelta civica di Monti deve contenere la bozza di una pacificazione sociale sul fronte dei diritti civili che porti finalmente anche l’Italia a superare il muro delle discriminazioni di cui continuano a essere vittime i cittadini omosessuali, inserendo nel programma il riconoscimento delle unioni omoaffettive”. E’ questa in sintesi l’apertura con cui la presidenza dell’associazione GayLib intende sedersi al tavolo della neonata lista patrocinata dal presidente del Consiglio uscente, Mario Monti. “I diritti civili – dichiara il presidente Enrico Oliari a margine della presentazione del simbolo della lista del premier – sono una priorità in quanto contenuti all’interno della Costituzione italiana e ritenuti evidentemente strutturali anche dall’Unione Europea cui l’agenda Monti si rifà. Quello che occorre è dunque una rinnovata sintesi civica nella quale si possono o forse si debbono ascoltare anche i pareri di illustri cattolici e uomini di Chiesa pronti senza pregiudizi al dialogo su queste tematiche. Il richiamo del Capo dello Stato, oltre ai numerosi moniti dell’Europa – prosegue il segretario nazionale di GayLib, Daniele Priori – segnano la strada in maniera indubitabile. Il capo del Governo tecnico italiano all’atto della sua salita in politica non può non tenere conto della reale esigenza della più numerosa ”.
“Se le forze moderate, liberali, di centro e di destra non ci ascolteranno neppure questa volta – aggiunge Priori– scavalcheremo la campagna elettorale italiana e chiameremo in campo le istituzioni e i rappresentanti dei moderati e delle forze di centrodestra in Europa che sul tema dei diritti civili delle persone omosessuali e delle coppie omoaffettive guardano ormai l’Italia con un certo sbigottimento”.
“Altresì siamo certi che in particolare il presidente Monti – concludono da GayLib – non avrà bisogno di tutori stranieri e saprà salvare l’Italia oltre che dal default dovuto alle vette dello spread, anche dalla vergogna e dal fango che ci vedono purtroppo ancora ultimi e omofobi rappresentanti di un’Europa unita che invece da sempre brilla di civiltà e da tempo ha già chiesto anche all’Italia di mettersi al passo”.