E’ morto l’economista Luigi Spaventa. Far "piangere" gli speculatori dimenticando le regole del galateo, perchè contro i "ribassisti" si può "consultare il manuale delle buone maniere o togliersi i guanti e picchiare". Due anni fa, nel pieno della crisi economica, Spaventa spiegava sull’Espresso come tornare a parlare di economia reale e uscire dalla crisi. Uomo di sinistra, docente universitario, apprezzato a livello internazionale, Spaventa è stato ministro del Bilancio e della Programmazione economica nel governo guidato da Carlo Azeglio Ciampi e tra il 1998 e il 2003 ha ricoperto il delicato ruolo tecnico di presidente della Consob. Nato a Roma il 5 marzo del 1934, Spaventa ha insegnato Economia politica all’Università La Sapienza di Roma. Nel 1994, nelle file del Pds, sfidò Silvio Berlusconi nel suo collegio a Roma uscendone sconfitto. Uomo brillante, di rigore e cultura, famoso per le sue giacche di tweed. All’ironia accompagnava citazioni latine: "Nec tecum nec sine te vivere possum: non posso vivere nè con te nè senza di te", diceva dell’euro in un’intervista.