Scatena la polemica una dichiarazione a SkyTg24 di Enrico Letta, vicesegretario del Pd: ”Dopo le elezioni, se vinceremo, chiederemo ai montiani, al centro, di sostenere il governo Bersani. Il Pd e la coalizione di centrosinistra vuole vincere le elezioni, dopo guarderemo al risultato in Parlamento e valuteremo le scelte da fare sulle alleanze, ma il nostro primo interlocutore sarà sicuramente la lista Monti”. Letta non propone condizioni al dialogo con il nuovo polo centrista, mentre Mario Monti ha avvertito in una intervista a TgCom24: ”Una parte della sinistra pone molta attenzione in teoria all’aspetto disuguaglianze ma spesso soffoca i meccanismi per la crescita, che sono basati su efficienza, produttività e competitività”. Il premier dimissionario ha del resto già chiesto di ”silenziare” le voci più di sinistra della coalizione di centrosinistra (da Stefano Fassina a Nichi Vendola). La campagna elettorale deve ancora entrare nel vivo con l’ufficializzazione della presentazione dei simboli e dei candidati ma nel Pd, e questo puo’ spiegare la dichiarazione di Letta, inizia ad affiorare la preoccupazione che l’alleanza tra Pdl e Lega Nord possa contribuire al risultato di una maggioranza risicata al Senato per il centrosinistra che potrebbe tradursi politicamente in un risultato elettorale di pareggio nei confronti del centrodestra. Da qui la mano tesa a Monti. Pier Luigi Bersani mette i suoi paletti al dialogo con il premier dimissionario in una intervista a SkyTg24: ”Il sostegno di Monti e dei centristi ad Albertini in Lombardia va bene se non aiutano a togliere le castagne dal fuoco a Berlusconi e alla Lega. Voglio capire da Monti e dal centro contro chi combattono”. Al quesito su cosa potrebbe accadere se la lista Monti fosse decisiva al Senato per determinare una maggioranza politica, il segretario del Pd replica: ”Questa domanda la faccia a Monti, sono curioso di saperlo anch’io”. Bersani ripete quanto ha detto piu’ volte nelle ultime settimane: ”Confermo che chiederemo dopo il voto la collaborazione con Monti. L’ obiettivo e’ un governo dei progressisti aperto al dialogo con forze moderate e europeiste contrarie ad un revival di Berlusconi. Resto fermo su questo e non vedo il motivo per cui questa iniziativa sia alternativa a una sinistra anche radicale”. La replica di Monti arriva dai microfoni di Radio Monte Carlo: ”In campagna elettorale dobbiamo tutti schierarci in modo pacato sui problemi e solo successivamente verranno le alleanze. E’ molto importante che noi del nostro movimento spieghiamo bene cosa vogliamo fare e che lo faccia anche il Pd”. Aggiunge il leader di Scelta civica: ”Nel Pd sulle infrastrutture, sull’energia e sulla Tav ci sono posizioni ben diverse. Io sono favorevole ad alcune, non a quelle che le bloccano”. In ogni caso, Monti precisa sul discorso alleanze: ”Io credo che sia decisamente prematuro”. E sull’ipotesi di fare il ministro di un governo guidato da altri dice: ”Certo che non e’ vietato ma innanzitutto nessuno mi sta chiedendo di far parte di nessun governo e francamente non e’ a quello a cui voglio candidarmi. Inoltre, per accettare, credo che dovrei riconoscermi tantissimo, quasi completamente, in un governo per farne parte”. Il premier dimissionario attacca il centrodestra: ”Bisogna che l’ onorevole Berlusconi si stabilizzi un po’ perche’ due mesi fa mi ha chiesto di federare il centrodestra e ora parla di governo tragico. Spero che non abbia speranze di vincere”. Il duello a distanza tra Bersani e Monti suggerisce un intervento via twitter ad Angelino Alfano, segretario del Pdl: ”Conferma ufficiale: da oggi Monti e’ la stampella del Pd. Grazie al Pd per la chiarezza”. Stesso giudizio arriva, sempre via twitter, da Roberto Maroni, segretario della Lega Nord. In serata, il commento di Silvio Berlusconi, ospite a ”Porta a Porta”: ”Il Pd ha gia’ ufficialmente dichiarato, prima con Enrico Letta e poi con Bersani che ove avessero difficolta’ a operare collaboreranno con Monti. Quindi i voti dati a Casini, Fini e Monti sono voti al Pd”. Aggiunge l’ex premier: ”A lavorare con Monti non ci penso proprio. Monti non e’ da solo ma con due compari che si chiamano Fini e Casini. Ho dovuto sopportarli ma non sarei piu’ in grado sapendo che opportunisti sono. Non mi serve il 51% ma il 40. Cosi’ posso procedere a riformare il paese, ottenendo il 55% in Parlamento grazie alla legge elettorale e fare la riforma liberale cioe’ la riforma costituzionale”. Questa sera Berlusconi sara’ ospite di ”Servizio pubblico”, la trasmissione di Michele Santoro su La7.