Si continua a parlare di candidati e liste per le elezioni del 24 febbraio prossimo ma di tasse se ne parla solo per dire cose generiche, che non rassicurano. Nessuno dice qual è il sistema per tassare "bene" gli italiani. Dopo le stangate del 2012 ce ne dobbiamo aspettare altre e a che pro? Nulla si dice sul modo di ridurre sostanzialmente la spesa pubblica che ormai pesa per il 50% sul Pil, se non sommarie dichiarazioni sulla necessità di combattere l’evasione e l’elusione fiscale. Ci chiediamo come si possa fare visto che l’economia sommersa vale 270 miliardi ed è difficile tassare il sommerso. Quale sarebbe, inoltre, la quota di spesa pubblica compatibile con la crescita? Sembra che non si vogliano toccare categorie per non rischiare di perdere voti, a destra come a sinistra. Nel 2001 Berlusconi promise, in campagna elettorale, di fissare a due le aliquote: il 23% per un reddito fino a 100mila euro e 33% sopra cifra. Ovviamente, non se ne fece nulla ma una maggioranza di italiani abboccò e lo votò. Ora si promettono riduzioni, limature, rimodulazioni di aliquote, ecc., ma, a parte le promesse da marinaio, un vero piano di revisione del sistema impositivo continuiamo a non vederlo. E cio’ preoccupa.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc