Quasi il 40% dei giovani lavoratori italiani (18-34 anni) ha un percorso contributivo ‘intermittente’ a causa dei molti lavori precari e per questo quando pensa alla pensione il sentimento che prevale è la paura. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis per la Covip. Paura di perdere il lavoro e non riuscire a versare i contributi (34,3%), o di diventare precari e quindi di poter versare i contributi solo in modo saltuario (32,7%). Già oggi infatti il 39,4% dei giovani lavoratori ha un percorso contributivo discontinuo a causa di lavori precari o impieghi senza versamenti pensionistici. La preoccupazione riguarda la possibilità di trascorrere in ristrettezze economiche (39%) la vecchiaia. Proprio per questo sono consapevoli di dover integrare la pensione pubblica con qualche forma di risparmio: titoli mobiliari (38,8%), il mattone (19%) e la previdenza complementare (17,4%). Anche se c’è da notare che tra i giovani lavoratori non aderenti alla previdenza complementare, il 36% è disposto a farlo, anche se ora preferisce aspettare. Sull’età pensionistica, solo il 23,5% dei lavoratori italiani ritiene che andrà in pensione all’età desiderata. Il 25% dei lavoratori pensa che andrà dopo i 70 anni. Da segnalare che l’allungamento dell’età lavorativa non piace granchè. Ma solo il 5,2% dei lavoratori maschi e il 3,4% delle donne vorrebbero andare in pensione dopo i 70 anni. Il 31,2% desidererebbe andare in pensione addirittura prima dei 60 anni il 46% tra 60 e 63 anni. Riguardo alla previdenza complementare, la maggioranza dei lavoratori (41%) ritiene che tra i motivi della scelta di non aderire alla previdenza complementare c’è quello di non poterselo permettere, il 28% non si fida di questi strumenti, il 19% si ritiene troppo giovane per pensare alla pensione, il 9% preferisce lasciare il Tfr in azienda.