La Cgia di Mestre boccia la cedolare secca e denuncia come gli affitti in nero siano quasi un milione, per la precisione 950 mila, con una perdita per l’erario pari a 5 miliardi di euro in due anni. Una cifra che, secondo l’organizzazione mestrina, è persino sottodimensionata, poichè non tiene conto dei "contratti" riferiti al milione e mezzo di studenti universitari che, per quasi tutto l’anno, risiedono fuori sede e quasi sempre non in abitazioni di proprietà. "E’ l’ennesima dimostrazione – dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – che il contrasto di interessi non funziona. Possiamo dare agevolazioni e sconti, ma la gente preferisce non pagare nulla piuttosto che pagare poco. Anzichè continuare ad accanirsi su chi è conosciuto dal fisco, è necessario anche in questo caso di concentrare l’attività di contrasto all’evasione su chi opera completamente in nero attraverso una più incisiva attività di intelligence".
Allo stato attuale, si legge nello studio, non si può dire con assoluta certezza quanto "nero" sia emerso, ma e’ possibile affermare che la "cedolare secca" abbia solo scalfito l’enorme sommerso che regna nel mercato, senza intaccarlo in maniera decisa. Lo dimostrano i dati sugli incassi. Nel 2011, il gettito e’ stato molto inferiore alle attese: 675 milioni di euro contro 3.194 milioni attesi. E nel 2012 le cose non sono andate molto meglio: a fronte di 3,5 miliardi previsti, il fisco ne ha incassati solo 976 milioni. In due anni, insomma, sono mancati all’appello oltre 5 miliardi di euro.
In futuro tuttavia, prevede la Cgia, la situazione potrebbe cambiare: l’introduzione dell’Imu, assieme alla riduzione della deduzione forfettaria per spese di manutenzione degli immobili, che passa dal 15% al 5%, rendera’ infatti sicuramente piu’ conveniente il ricorso alla "cedolare secca".