L’ipotesi che il Movimento 5 Stelle possa ottenere intorno al 20% dei voti e portare un centinaio di deputati a Montecitorio e una cinquantina di senatori a Palazzo Madama è lo spettro che si aggira nella campagna elettorale.
Oggi Beppe Grillo sarà a Ivrea e Novara per quel ”tsunami tour”, come l’ha definito, che si concluderà venerdì 22 febbraio a Roma in piazza San Giovanni. Ieri era a Susa, capitale della discordia sul problema Tav.
Ad accoglierlo Alberto Perino, leader del movimento contro l’Alta Velocità e il progetto di nuovo collegamento tra Torino e Lione, che ha annunciato il voto per il M5S. Grillo ha colto l’occasione per un intervento a tutto campo. ”Sta fallendo anche il Vaticano, l’amministratore delegato è scomparso, lo tengono in ostaggio a Castel Gandolfo. E’ tedesco e i tedeschi quando non ce la fanno lasciano”, ha detto a proposito delle dimissioni di Benedetto XVI. Poi rilancia l’ipotesi di privatizzare la Rai (”Perchè le reti devono essere tre? Ne basta una senza politici e senza pubblicita”’) e attacca Berlusconi (”Deve dare indietro le tre concessioni televisive che gli ha dato Craxi”) oltre che il Pd (”Usa i patronati finanziati dallo Stato per fare campagna elettorale in Europa”). In conclusione, rilancia la sua sfida: ”Hanno paura. Nessuno credeva nel nostro movimento, è un sogno: siamo 5-6 milioni”. Grillo ha intanto annunciato la sua prima apparizione in tv: ”Domenica 17 andrò in televisione. Farò un’intervista di trenta minuti in diretta dal camper su SkyTg24 alle 20.30 e sul canale Cielo alle 21”. A questo punto non si esclude che il leader del M5S possa decidere negli ultimi giorni di campagna elettorale di usare lo spazio che i palinsesti elettorali assicurano in Rai a tutti i partiti, almeno i 40 minuti di rito della conferenza stampa. Grillo spiega cosi’ il perche’ del ripensamento: ”Andro’ in televisione domenica per salutarli con le buone e dirgli ‘andate via, siete il passato, siete polvere, non rappresentate piu’ nessuno’. E’ ora che i cittadini si riapproprino dello Stato italiano”.
Il possibile boom elettorale del movimento di Grillo, capace di conquistare consensi a destra e a sinistra oltre che tra i tradizionali astensionisti, incute timore agli altri protagonisti della campagna elettorale. Ha detto ieri Silvio Berlusconi ad ”Agora”’ su Raitre: ”E’ un pericolo per la nostra democrazia. Lui ha raccolto gli italiani disgustati ma non ha un programma. Sono preoccupato, lui pensa solo a picconare l’establishment esistente ma non propone nulla di costruttivo”.
Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, ospite di ”Omnibus” su La7, batte sullo stesso tasto: ”Anche io sto in piazza, ieri a Priolo sotto la pioggia, ma non faccio notizia come Grillo. Siamo un curioso paese che fa la campagna elettorale ma non parla dei problemi. Ci sono solo cabaret, conigli dal cilindro, battute e teatrini su Monti e Vendola, io e Monti.
Ma non e’ con questi argomenti che si esce dalla crisi”.
Nichi Vendola, leader di Sel, e’ ancora piu’ preoccupato dai microfoni di Radio24: ”Grillo e’ una cosa antica. Se studiamo la storia a cavallo delle due guerre, si possono rintracciare i segnali di una cultura antipolitica preludio al fascismo”. Pure Mario Monti non e’ stato tenero: ”Grillo vada a fare i suoi comizi nelle piazze greche, le trovera’ piene di neofascisti. Grillo e’ un simpatico comico ma e’ devastante per la politica italiana”.
Se davvero il M5S portasse in Parlamento un centinaio di deputati e una cinquantina di senatori e Grillo decidesse di partecipare alla gestione istituzionale della prossima legislatura, potrebbe avere diritto a un questore alla Camera e al Senato, a un vicepresidente a Montecitorio e a Palazzo Madama, alla presidenza di una delle cosiddette ”commissioni di garanzia” che di solito sono appannaggio dell’opposizione (Vigilanza sulla Rai, Copasir, Giunta per le elezioni). In questo modo, il movimento di Grillo potrebbe esercitare una funzione di controllo sui budget di Camera e Senato, sui contratti di lavoro dei dipendenti, eccetera. In ogni caso, ottenendo una congrua rappresentanza parlamentare il M5S sarebbe in grado di rendere ingovernabile la prossima legislatura.
Grillo non si sbilancia su come intende usare la forza parlamentare che molti gli attribuiscono all’indomani del voto del 24 e 25 febbraio. Due giorni fa, intervistato da Radio Montecarlo, ha risposto a una domanda sul possibile exploit di consensi: ”Non lo so, se dovesse succedere davvero questo botto saremmo un po’ in difficolta’. Dovremmo organizzarci e scegliere le persone in fretta. Qualche Scilipoti ce l’avremo anche noi, seppure ce li stanno gia’ portando via gli altri movimenti a cui siamo grati”.
Secondo le indiscrezioni, i possibili eletti delle liste M5S starebbero frequentando in questi giorni alcuni seminari per studiare la Costituzione e i regolamenti di Camera e Senato, oltre alle potenzialita’ dell’uso di Internet all’interno delle istituzioni. Di questo si starebbe occupando in prima persona Gianroberto Casaleggio, spin doctor di Grillo.