“Se ha perso qualcuno queste elezioni, e sonoramente, sono stati tutti i partiti confessionali, quelli del no ai diritti e al matrimonio, alla parità e alla laicità”. E’ quanto dichiara Flavio Romani, presidente di Arcigay, alla luce dei risultati elettorali.
“In quadro politico così insolito, alla vigilia del semestre bianco e quindi con la necessità della maggioranza di governare – spiega l’associazione in una nota – c’è qualche motivo di soddisfazione. Il centro-destra omofobo, insieme a Monti che ci diceva che per i diritti non sono un’urgenza sono al di sotto del 40% del totale dell’elettorato. Il paese è ormai a maggioranza con e per i diritti a omosessuali, lesbiche e trans. Arrivano poi alla Camera e al Senato quattro gay visibili, Sergio Lo Giudice, Alessandro Zan, Ivan Scalfarotto e Nichi Vendola, che hanno una storia di militanza diretta, simpatia e interlocuzione continua con Arcigay – prosegue Romani – e molti di più sono i "sì" chiari e netti alle nostre richieste di uguaglianza. Sono infatti oltre cento le elette e gli eletti che hanno aderito nelle scorse settimane alla campagna di Arcigay www.temposcaduto.com. Evidentemente non li lasceremo soli, siamo pronti a lavorare fianco a fianco e allo stesso tempo saremo attenti e inflessibili nel caso ci fosse la tentazione di fare qualche passo indietro: la battaglia per la parità va combattuta fuori e dentro il Parlamento, anche con questo Parlamento insolito”.
“Casini si è espresso in continuazione contro i matrimoni e le adozioni per le coppie omosessuali, al contrario del movimento 5 Stelle e del "sì" al matrimonio pronunciato da Beppe Grillo: è necessario partire da qui a dai numeri che indicano, con tutta la limpidezza del responso elettorale, la direzione che sta prendendo il paese per uscire dal medioevo dei diritti civili. Il Partito Democratico, che su questi temi ha assunto una posizione meno avanzata, è stato evidentemente punito.
L’auspicio di Arcigay è che Pd e Sel, che hanno il dovere di governare, rifiutino nettamente ogni pensiero di accordo con Pdl e Lega, il centrosinistra deve escludere nettamente qualsiasi patto scellerato con queste destre omofobe. Ci auguriamo invece che il Movimento 5 Stelle non sprechi questa occasione per aprire una stagione di cambiamento per il paese e apra a convergenze possibili con il Centro Sinistra su molti punti che riguardano il bene generale del paese. Tra questi, alla pari di altre grandi urgenze come la legge elettorale e la legge sul conflitto di interessi, la green economy e così via, mettiamo senza dubbio l’accesso al matrimonio per persone dello stesso sesso e la lotta senza quartiere a omofobia e transfobia”, conclude Romani.