Silvio Berlusconi si inserisce nella contraddizione aperta tra il tentativo di Pier Luigi Bersani di dialogare con il M5S in vista della possibile formazione di un governo guidato dal segretario del Pd che possa ricevere un voto di fiducia sulla base di un programma minimo e il no di Beppe Grillo. Lo fa con un videomessaggio: ”Nei prossimi giorni dovremmo riflettere sugli scenari politici e sulle proposte per il futuro del paese. Nessuna forza politica e responsabile può ignorare il valore della governabilità”. Il leader del Pdl propone di aprire subito il confronto sulle prospettive della situazione politica: ”Solo dopo che dal 15 marzo si è insediato il Parlamento e si sono votati i presidenti ci saranno le consultazioni del nuovo governo, sono tempi troppo lunghi, per questo vogliamo riformarli. Se un messaggio di stabilità non verrà lanciato prima, rischiamo di pagare un prezzo troppo alto”. Anche se Bersani e Pd non vengono citati, la mano tesa è rivolta proprio a coloro che invece finora hanno decisamente escluso ipotesi di ”governissimo”. Di fronte al rifiuto di Grillo al confronto (ieri, sul suo blog, ha definito Bersani ”un morto che parla”), Berlusconi rilancia il ruolo del Pdl come forza essenziale per assicurare la governabilita’. L’ex premier pone le sue condizioni per una eventuale trattativa: riduzione dei costi della politica, riforma della Costituzione per ridurre il numero dei parlamentari e dare piu’ potere al primo ministro, alleggerimento della pressione fiscale e abolizione dell’Imu. Questa linea, che non esclude la partecipazione di Pdl e Pd nello stesso governo, e’ stata discussa con Angelino Alfano e Denis Verdini (segretario e coordinatore del partito) prima di registrare il videomessaggio ad Arcore. La proposta di Berlusconi non cela la convinzione che il possibile governissimo avrebbe comunque breve durata prima di tornare al voto. Intanto la linea tracciata da Bersani (accettazione di un eventuale incarico se gli verra’ conferito dal presidente Giorgio Napolitano, no al governissimo, confronto con il M5S sulla base di un programma minimo) non convince tutto il Pd. Dopo la riunione del Coordinamento di avantieri sera, e’ stata convocata per martedi’ prossimo la riunione di Direzione. Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Dario Franceschini e altri hanno delle perplessita’ rispetto alla linea tracciata da Bersani che prevede come subordinata il ritorno al voto al piu’ presto (a loro parere bisogna comunque trovare una soluzione di governo che faccia stemperare la situazione prima del ritorno alle urne). L’ala renziana del Pd pensa auspicabile che la matassa possa essere sbrogliata dal capo dello Stato con il tentativo di un ”governo del presidente” guidato da un non esponente dei partiti presenti in Parlamento (torna a circolare il nome di Giuliano Amato per questa ipotesi). I renziani (Paolo Gentiloni, Giorgio Tonini) sono stati finora gli unici a fare riferimento alla necessita’ di ”molti cambiamenti nel Pd” che non escludono quello della leadership. Da parte sua Matteo Renzi non ha commentato il voto ma si sa che si e’ dichiarato indisponibile a ricoprire incarichi in un ipotetico governo Bersani. Oggi sul ”Corriere della Sera” appare una intervista a D’Alema che prova a indicare una strada alternativa: no al governissimo, Bersani alla guida di un governo che possa trovare la propria base d’appoggio in Parlamento senza preclusioni, presidenze delle Camere da affidare a Pdl e M5S. Quindi un no all’esclusivo tentativo di ricercare l’ interlocuzione con il solo M5S. Intanto la base del M5S preme su Grillo affinche’ non chiuda subito la porta al dialogo con il segretario del Pd. ”Dobbiamo scongiurare qualsiasi ipotesi di alleanza Pd-Pdl, e non permettere alla minoranza di Monti di condizionare gli equilibri parlamentari. Possiamo respingere il ritorno di Berlusconi e costringere Bersani ad accettare le sfide che i suoi stessi elettori vorrebbero raccogliesse”, e’ il testo di una petizione online che ha raccolto in poche ore quasi 20 mila firme. La promotrice della petizione fa il suo autoritratto: ”Mi chiamo Viola – scrive – ho 24 anni, ho votato e l’ho fatto con molta speranza e ho scelto il M5S. Sono tra quei milioni di giovani che credono in una rivoluzione gentile: in un paese solidale, piu’ pulito e giusto, capace di tutelare i cittadini, il loro lavoro, l’ambiente in cui vivono. Io vorrei un’Italia in cui le persone tornino a essere cittadini e smettano di essere sudditi, un’Italia che rispetti i nostri sogni e li sostenga. Vi ho votati con queste speranze nel cuore”. Una decisione definitiva su quale posizione attestarsi verra’ presa nella riunione tra Grillo e i parlamentari eletti del M5S che potrebbe svolgersi a Roma sabato. Ma sulla data dell’incontro non c’e’ conferma.