Un governo di scopo o di minoranza, sostenuto da chi ci sta. Pier Luigi Bersani presenta il suo programma in otto punti per il governo, convinto di poter strappare una maggioranza in Parlamento facendo appello alla responsabilita’ di tutti. Una porta che il segretario del Pd non fa in tempo ad aprire che subito gli viene chiusa violentemente sul naso: Beppe Grillo e il ‘guru’ del Movimento Cinque Stelle, Gianroberto Casaleggio, inviano messaggi inequivocabili: "Nessuna fiducia, al governo ci saremo presto noi". Sembra dunque che la strategia sia quella di tornare al piu’ presto alle urne e stavolta per vincere.
Grillo dal suo blog, in particolare, punta l’indice contro Bersani reo, per il leader del M5S di avere dato vita a un "mercato delle vacche". Il riferimento è alle voci che parlano della volontà di fare ‘scouting’ tra gli eletti grillini per strappare una fuducia che consenta al centrosinistra di governare. Grillo afferma che "nei giorni scorsi sono arrivate offerte di presidenza della Camera, di commissioni, persino di ministri". Una tesi smentita dal Pd che afferma di voler "giocare a viso aperto" e che quindi "non c’e’ nessuna trattativa sottobanco".
A far sentire la propria voce e’ stato oggi anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi: "E’ sbagliato e dannoso inseguire Beppe Grillo sul suo terreno, quello delle dichiarazioni a effetto – ha sottolineato – bisogna rimettersi in sintonia con gli italiani, non giocare al compro baratto e vendo dei seggi grillini". Proprio su Renzi si e’ concentrata l’attenzione di una fetta del Pd che vi vedrebbe la figura ideale a cui dare l’incarico per formare il nuovo governo. "Non pugnalerei mai Bersani alle spalle", è stata la risposta indiretta di Renzi, "con lui ci siamo sfidati a viso aperto, guardandoci negli occhi. Nello zoo del Pd ci sono già troppi tacchini sui tetti e troppi giaguari da smacchiare per permettersi gli sciacalli del giorno dopo".
Scartata l’idea Renzi, rimarrebbe sul tavolo quella, suggerita oggi dallo stesso Silvio Berlusconi, di un governo-ponte in carica il tempo sufficiente per fare alcune riforme, come il taglio dei Parlamentari, e per mettere mano alla legge elettorale. Poi, di nuovo alle urne, nel tempo piu’ breve possibile per non lasciare lievitare ancora i consensi per Grillo e i suoi.
E mentre si susseguono i vari scenari per uscire dall’impasse post voto, da Berlino Giorgio Napolitano spazza il campo da qualsiasi ipotesi di una sua permanenza al Quirinale: "Non esistono proroghe, non esistono rielezioni a tempo", "l’ho gia’ detto tante volte. Non credo che sia onesto dire ‘tranquilli, posso fare il Capo dello Stato fino a 95 anni’".
Non solo. Il Capo dello Stato chiarisce anche che il ritorno alle urne non rappresenta una strada al momento percorribile: "Andare a votare di nuovo non mi interessa", "l’importante e’ dare un governo all’Italia". "Non ho potere di scioglimento delle Camere", ha aggiunto, "dubito che il nuovo Presidente possa pensare solamente allo scioglimento", indicando quello che e’ l’obiettivo principale: "bisogna dare un governo all’Italia". Infine, il Presidente della Repubblica tranquillizza: "potremo superare le difficolta’".
Ma a rendere ancor piu’ teso il clima post elettorale sono le nuove vicende giudiziarie che coinvolgono Berlusconi che oggi, dal Tribunale di Milano dove ha reso dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo Mediaset, torna a invocare la piazza e da’ appuntamento al 23 marzo. "Vogliono cambiare l’esito delle elezioni nella aule dei Tribunali", tuona l’ex premier che attacca: "parte della magistratura e’ una patologia del nostro sistema, un cancro della nostra democrazia". Dura la replica dell’Anm: "E’ inconcepibile manifestare contro la magistratura".