Berlusconi in guerra con i giudici: Il 23 marzo in piazza

La strategia ‘attendista’ di Silvio Berlusconi non sta premiando. Meglio allora riprendersi la scena, sparigliare le carte e andare all’attacco. Prima un avvertimento: senza governo e riforme "l’Italia rischia molto", quasi a voler chiarire che non e’ certo lui a impedire la nascita del governo. Poi la ‘minaccia’: senza accordo, nuova legge elettorale e quindi subito al voto. Del resto, i segnali che arrivano dal Largo del Nazareno non sono positivi. Certo, nella direzione di mercoledì prossimo la linea di Bersani potrebbe essere messa in discussione, anche se in via dell’Umiltà sono poche le speranze di un cambio di rotta. E ad acuire i brutti presagi arrivano anche le ‘accettate’ di Matteo Renzi che sì giura fedeltà al segretario e appoggia il niet al Pdl, viene fatto osservare, ma poi in sostanza detta anche la ‘sua agenda’ lasciando intendere di essere pronto, al prossimo giro, a scendere in campo. Prospettiva che non entusiasma l’ex premier, consapevole che difficilmente potrebbe avere la meglio sul giovane sindaco di Firenze. Dunque, bisogna muoversi in fretta, e’ la nuova strategia del Cavaliere, decisa nella notte e rafforzata in mattinata dopo la lettura dei giornali (intervista a Bersani compresa). Le parole del ‘capo’ suscitano qualche perplessita’ nel partito, dove c’e’ chi nutre piu’ di un dubbio sull’opportunita’ di sposare una linea che puo’ apparire irresponsabile, soprattutto alla luce delle parole di oggi del Capo dello Stato, che ha insistito sulla necessita’ di arrivare ad avere un governo. Proprio il ‘fattore’ Napolitano, e’ il ragionamento, potrebbe giocare a nostro favore: di fronte alla mancanza di qualsiasi garanzia sulla fattibilita’ del progetto bersaniano, il Presidente della Repubblica potrebbe infatti convincere il leader democratico a rivedere i suoi piani. Ma il Cavaliere, stretto nella tenaglia di vecchie e nuove inchieste, sa che non puo’ permettersi di aspettare oltre le mosse del Pd e limitarsi a confidare nella linea oltranzista di Grillo. Bisogna agire, e’ il ragionamento di queste ore, e farlo in fretta. Insomma, i margini che si realizzi un governissimo politico Pd-Pdl si vanno via via sempre piu’ restringendo con il rischio che, alla fine, sia proprio il Pdl a restare con il cerino in mano. Ma a preoccupare maggiormente il Cavaliere, viene spiegato, e’ il nuovo fronte apertosi con la magistratura. Nel partito, del resto, in diversi sono pronti a scommettere che, per dirla con Cicchitto, il nuovo "assalto giudiziario" sia solo all’inizio. E che, questa volta, sempre ricorrendo alle parole del capogruppo uscente, l’obiettivo sia mettere in pratica una "sorta di soluzione finale". – Timori condivisi anche dall’ex premier, che da’ appuntamento in piazza per il 23 marzo – anche se la manifestazione potrebbe essere annullata qualora gli scenari politici si risolvessero in favore del Pdl – e non ha remore ancora una volta a definire certi magistrati "un cancro della democrazia". La preoccupazione che sta ‘contagiando’ i maggiorenti di via dell’Umilta’, e che ‘cova’ nell’animo del Cavaliere da mesi, e’ che le sentenze dei processi Mediaset, Unipol e Ruby possano arrivare in concomitanza con la fase delicata delle consultazioni e con i tentativi di far nascere un governo, quindi prima che i giochi siano compiuti. Uno scenario che, spiega un big pidiellino, "sarebbe devastante per noi: saremmo messi all’angolo, estromessi da ogni trattativa". Per non parlare dell’ambita presidenza del Senato. Insomma, fatti un paio di conti rapidi, Berlusconi ha rotto gli indugi: dobbiamo forzare la mano. Da qui l’affondo a tutto campo contro i giudici e, soprattutto, la scelta di imprimere una sterzata sulla linea della prudenza e della mano tesa. "Io non sarei cosi’ ostile a una continuazione della campagna elettorale per andare, dopo aver cambiato la legge elettorale, immediatamente a nuove elezioni". Un messaggio diretto a Bersani ma anche al Colle: no a soluzioni che non ricomprendano il centrodestra, seconda forza in Parlamento. Non che Berlusconi ritenga il ritorno al voto come la panacea a tutti i mali. Anzi. Ma di fronte alla prospettiva che il Pdl possa essere isolato all’opposizione, senza nessuna ‘garanzia’ per l’ex premier, il Cavaliere e’ pronto a tentare il tutto per tutto.