Erano tre le fasi che scandivano le serate ad Arcore secondo la ricostruzione che il pm Sangermano sta svolgendo nell’aula del processo Ruby: "la cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non è un’invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più’ espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s’intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro". "La cena ad Arcore era un collaudato sistema prostitutivo per il divertimento di Berlusconi". E’ quanto sostiene il Pm Antonio Sangermano nella sua requisitoria al processo Ruby. "Gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell’imputato". E’ cominciata con queste parole la requisitoria del pm Antonio Sangermano al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi. La requisitoria dovrebbe terminare venerdi’ quando prendera’ la parola il pm Ilda Boccassini.
Ruby "era parte integrante del sistema prostitutivo" afferma Sangermano. Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come "protagonista attiva delle serate di Arcore" e "che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi" e "svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attivita’ di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione".
Non erano cene eleganti, ne’ spettacoli di burlesque, ma un "collaudato sistema prostitutivo", un "mercimonio sessuale", in cui "non si puo’ non sottolineare la macroscopica anomalia dell’imputato che ha iniziato a remunerare i testimoni a suo carico con 2.500 euro mensili" aggiunge il pm Antonio Sangermano. L’accusa è certa di poter dimostrare il "nesso tra ciò che avveniva ad Arcore e ciò che avvenne in questura la sera del 27 maggio 2010", quando Ruby venne portata in Questura e affidata alla Minetti.
Sangermano parla anche di "ansia delle ragazze per restare a dormire ad Arcore". Una "competizione che emerge dalle intercettazioni", spiega il pm. Sempre dalle conversazioni captate dagli inquirenti "emerge in maniera lampante la terza fase delle serate ad Arcore". Il pm porta a esempio un colloquio tra Minetti e Barbara Faggioli che parlano di come Berlusconi abbia "perso la testa" per Roberta Bonasia, "con riferimenti alla sfera intima, cioè al gradimento che la Bonasia riceveva da Berlusconi" e "con recriminazioni sulle scelte fatte delle persone da tenere a dormire e agli emolumenti".
Il "meccanismo selettivo e istigatorio" delle giovani ragazze destinate a prostituirsi ad Arcore orchestrato da parte di Mora e Fede avveniva "in modo complesso e raffinato" ed era "lesivo della dignita’ del genere umano". Usa parole severe il pm Antonio Sangermano per descrivere il ruolo di Emilio Fede e Lele Mora nelle serate ad Arcore. "Sapevano perfettamente quello che accadeva nelle serate – affonda il pm – e si adoperavano per inserire nuove ragazze. Non a caso Fede si arrabbia parlando con Mora quando Bonasia inizia ad intrattenere un rapporto privilegiato con Berlusconi perche’ incepperebbe il sistema estromettendo gli organizzatori".
Il sistema prostitutivo "a vantaggio di Berlusconi" prevedeva la retribuzione delle ragazze da parte dell’ex premier come corrispettivo degli atti sessuali compiuti. Denaro in contanti o con bonifici, le case in via Olgettina, ma anche "prospettive di inserimento professionale e anche politico delle giovani donne". E’ un altro passaggio della requisitoria del pm Sangermano al processo Ruby. Per il magistrato, le cene di Arcore erano "eventi organizzati al fine di compiacere la concupiscenza intesa come desiderio di incontri intimi". "E’ totalmente falso – dice – che le cene di Arcore fossero incontri conviviali allietati da qualche scena di burlesque".