Oggi la riunione di Direzione del Pd che dovrà decidere le prossime mosse del partito. Sarà lo stesso segretario Pier Luigi Bersani a tenere la relazione nella quale chiederà di poter perseguire l’idea di un governo basato su un programma di 7-8 punti che possa contare in Parlamento sul voto del M5S, qualora il Capo dello Stato gli affidi l’incarico di tentare di formare l’esecutivo. Nonostante non tutti all’interno del Pd condividano l’alternativa o governo con il M5S o elezioni in tempi ravvicinati (da Walter Veltroni a Paolo Gentiloni, da Dario Franceschini a Beppe Fioroni che preferirebbero un ”governo del presidente” qualora il tentativo del segretario fallisse), è probabile che nella riunione di Direzione ci si limiterà a dare semaforo verde a Bersani senza particolari polemiche in attesa che gli eventi – mandato o meno affidato dal presidente della Repubblica, posizione del M5S – chiariscano la situazione. Ieri sera Matteo Renzi, lo sconfitto alle primarie del centrosinistra, intervistato da Giovanni Floris a Ballarò, ha intanto detto la sua sul risultato del centrosinistra nelle elezioni e sulle prospettive: ”Quando ho visto i risultati, mi sono mangiato le mani. Abbiamo sbagliato il calcio di rigore. Bersani ha il diritto di fare la prima mossa, anche se abbiamo perso. Dobbiamo fermare l’emergenza sociale. A Firenze la Caritas ha raddoppiato le famiglie che assiste”. Poi arriva un primo distinguo: ”Siamo tutti a inseguire Beppe Grillo con il cappello mascherato davanti a queste emergenze. Ma e’ perche’ noi abbiamo sbagliato qualcosa, ma si sa che sono tutti bravi a parlare dopo. Io questo a Bersani gliel’ho detto in faccia, ma non accoltello il giorno dopo. Abbiamo gia’ giaguari e tacchini, non possiamo permetterci le iene. Oggi il problema non e’ il Pd, e’ l’Italia. Abbiamo l’occasione di dire agli italiani che si cambia per davvero. Bersani non ha bisogno dei miei consigli”. Aggiunge il sindaco di Firenze che ieri ha incontrato per due ore il premier Mario Monti a Palazzo Chigi: ”Penso che Bersani voglia provare a trovare un accordo col M5S. Tutto il Pd e’ con lui. Se questa cosa non va in porto, non va in porto per colpa di Grillo. Ma il Pd le battaglie di Grillo le deve prendere e fare sue. E’ uno che ci ha dato una bella lezione. Recuperi i voti andati a lui sfidandolo, non inciuciando come voleva fare D’Alema con l’offerta della presidenza della Camera”. Renzi, che oggi partecipera’ alla riunione della Direzione del Pd, ricorda il suo programma esposto nel corso delle primarie vinte da Bersani: ”Diminuire il numero dei parlamentari trasformando il Senato nella Camera delle autonomie. Tagliare il finanziamento pubblico ai partiti. L’Europa non e’ soltanto rigore, per questo ci sono tanti europeisti. Ora l’Europa sembra diventare il problema, ma siamo in queste condizioni perche’ c’e’ poca Europa”. Sull’ipotesi di nuove elezioni, dichiara: ”E’ una possibilita’ concreta, certo, ma e’ la soluzione meno auspicabile”. Renzi premier? ”E’ un’ipotesi che non sta ne’ in cielo, ne’ in terra. Dopo aver perso le primarie, passo dall’ uscita di servizio? Faro’ qualcosa quando vincero’, non quando perdo: e’ anche questa la credibilita’ della politica”. Implicita la decisione di provare a guidare il centrosinistra quando ci saranno nuove elezioni. Intanto Silvio Berlusconi attende le decisioni del vertice del Pd. ”Aspettiamo di vedere che Bersani continui a prendere porte in faccia da Grillo, poi vediamo se il segretario del Pd e’ un leader e sa guidare i suoi o se li porta a sbattere. La prossima settimana ci riuniremo per eleggere i capigruppo. Servono facce nuove”, ha detto l’ex premier e leader del Pdl nel corso dell’incontro avuto ieri con gli eletti del Pdl a villa Gernetto. Berlusconi, attestato sulla posizione o governassimo o voto anticipato, ha detto la sua anche sull’elezione del presidente della Repubblica: ”Il voto piu’ importante e’ quello del 15 aprile. Dal momento che ci sono tre minoranze, occorrera’ rispettare il voto di tutti. Nessuno pensi di fare da solo”. Secondo le indiscrezioni, Berlusconi avrebbe bocciato nel corso della riunione l’eventuale candidatura di Romano Prodi al Quirinale.