Governo sì, governo no. Questo l’andazzo di questi giorni dopo che abbiamo rinnovato il Parlamento. Qualcosa verrà fuori e non spetta a noi auspicare che sia con o senza il Pd, il Pdl, il M5S, etc. Ma spetta a noi far presente, a chi ci sta provando, che probabilmente occorrerà che sia più adeguato agli indirizzi della Comunità Europea in materia di diritti degli utenti e consumatori. Ce lo siamo sempre chiesti: perche’ nella Commissione Ue c’è sempre un commissario in materia e cosi’ non accade mai nei nostri governi? Ma solo negli ambiti ministeriali, con la coptazione di alcune associazioni che vanno a costituire il Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti) presso un qualche ministero che abbia a che fare con lo sviluppo economico. Perchè il Governo deve delegare, e in un certo modo finanziare, associazioni private esterne che in teoria portino il loro contributo in materia, e non si assume invece direttamente una responsabilità, così come fanno anche in Germania o Francia, per esempio? Noi crediamo che ciò accada per una sottovalutazione dei diritti legati ad utenti e consumatori, con una prevalenza a considerare l’economia non tanto dalla parte dei fruitori ma dei produttori; salvo poi dare un contentino a qualche associazione che si ritrova poi nell’imbarazzante ruolo di essere controllore e controllato; ruolo per il quale -come Aduc- abbiamo sempre convintamente rinunciato, rivendicando la necessaria caratteristica privata ed autofinanziata per affrontare le controversie e le problematiche relative a pubbliche istituzioni spesso vessatorie e compromesse. La situazione -di fatto- è che in materia di questi diritti c’è e continua a esserci una impasse, col contentino ad alcune associazioni che -sempre di fatto- hanno così calmato rivendicazioni e istanze. Superare questa situazione è semplice: fare come la Commissione Europea, istituire un ministero ad hoc, e quindi fare piazza pulita di tutti i vari questuanti delle prebende pubbliche. I cittadini, poi, se vogliono si possono organizzare -come facciamo noi di Aduc- per meglio controllare e stimolare la pubblica istituzione, MA SENZA FARNE PARTE, NEANCHE CON UNA QUALCHE FORMA DI FINANZIAMENTO PUBBLICO (come, per esempio, il 5 per mille). Questo è determinante.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc