Per mesi abbiamo tentato inutilmente di intavolare il confronto con Trenitalia sui molteplici e gravi problemi aperti. Lo sostengono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Fast Ferrovie, in merito alle ragioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero nazionale, dalle 9 alle 17, di venerdì 12 di tutto il personale di Trenitalia, a esclusione di quello della Toscana. Secondo le organizzazioni sindacali "malgrado il passaggio dell’orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore, concordato a luglio scorso in occasione del contratto aziendale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, rinnovato contestualmente al CCNL, finalizzato a consolidare e, in prospettiva, sviluppare il perimetro delle attività produttive aziendali, Trenitalia ha proceduto a ulteriori esternalizzazioni di manutenzione dei treni e continua a rinviare la necessaria riorganizzazione della vendita e dell’assistenza alla clientela. Nel trasporto merci – spiegano Filt, Fit, Uilt, Uglt e Fast – la perdurante assenza di visione strategica, che rasenta ormai il disinteresse, il fallimento delle estemporanee iniziative commerciali, succedutesi confusamente nell’ultimo triennio e la palese insipienza gestionale, hanno prodotto una situazione che va ben al di la’ degli effetti della crisi economica con il sostanziale abbandono del traffico sulla rete centro meridionale, l’attestamento della quota di traffico di Trenitalia ormai prossima al solo 60% del volume delle merci trasportate su ferro in Italia, a loro volta ridottosi di oltre il 30% rispetto al 2009". Per i sindacati "inoltre, ad ormai 8 mesi dal rinnovo contrattuale, il cervellotico sistema informatico adottato da Trenitalia per l’elaborazione dei turni di servizio di macchinisti e capitreno non e’ stato ancora correttamente adeguato alla nuova normativa di lavoro e vengono sistematicamente violate le procedure negoziali con la rappresentanza sindacale. I lavoratori continuano ad essere soggetti a continue modifiche di servizi programmati e conseguentemente messi nella condizione di non potere programmare, a loro volta le giornate di riposo ed i tempi di non lavoro. Tutto questo – ricordano infine Filt, Fit, Uilt, Uglt e Fast – in una fase in cui la persistente incertezza di Governo e Regioni sul quadro finanziario delle risorse destinate al trasporto locale delinea anche per l’anno in corso, a carico di utenza e cittadinanza, un’altra riduzione dei servizi erogati, il peggioramento ulteriore del loro livello qualitativo e nuovi aumenti del prezzo di biglietti e abbonamenti".