Sono numeri da brividi, numeri che dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che "il paese è a pezzi". Sono quelli elencati dal presidente della Piccola Industria di Confindustria Vincenzo Boccia nel corso della Biennale in corso a Torino. "Il nostro Pil – ha sottolineato – è sceso di oltre l’8% dal 2007 e questo, in termini di ricchezza prodotta, significa aver perso più di 100 miliardi di euro in valore assoluto con un Pil per abitante che è tornato ai livelli del 1997 ossia quelli di 16 anni fa. Una dinamica – ha proseguito – che per il solo manifatturiero ha comportato una produzione in calo del 25,5% con alcuni settore che sono andati anche sotto il 40%". Gli effetti di tutto questo sul settore produttivo e sul mondo del lavoro sono devastanti.
"Solo negli ultimi sei anni – ha continuato Boccia – hanno cessato la loro attività più di 70.000 imprese manifatturiere e, quel che più preoccupa, stiamo assistendo ad un ritmo di chiusure in crescita, al pari delle sofferenze bancarie. Per noi imprenditori vedere una fabbrica che chiude e’ come avere un lutto in famiglia, perche’ sappiamo cosa significa per la comunita’". "Ne consegue – ha osservato – una perdita di 1,4 milioni di unta’ di lavoro con un numero di disoccupati che e’ raddoppiato e ha raggiunto il record di 3 milioni. Solo nel 2012 ogni giorno hanno chiuso i battenti 41 imprese manifatturiere".
Per questo, ha spiegato Boccia, "oggi a Torino presentiamo una Confindustria di protesta e…di proposta. Un grido di rabbia e di speranza. Speranza perche’ e’ possibile scegliere e uscire dalla crisi. Rabbia perchè queste scelte non si stanno attuando". E proprio per manifestare il disagio, il presidente della Piccola Industria ha osservato un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso della platea, per denunciare l’immobilismo e l’irresponsabilita’ della politica che ancora non ha dato un governo al paese. "Questo – ha affermato – e’ un silenzio di denuncia per chi non ascolta, per chi non reagisce, per chi non interviene e non ha la consapevolezza della situazione di emergenza in cui versa lo stato dell’economia reale del nostro paese. Per chi non ha ancora compreso che dobbiamo salvare il paese". Boccia si e’ rivolto a quei partiti che, nonostante gli appelli del presidente della Repubblica, restano "indifferenti alla situazione di emergenza economica e ai gravi danni che il paese subisce". "Mi riferisco a tutti – ha sottolineato Boccia – vecchi e nuovi e alla irresponsabilita’ che emerge dallo stato attuale. Come si puo’ continuare nelle tattiche di chi non vuole il governissimo, chi non vuole il ‘governicchio’, di chi non vuole nessun governo ad eccezione del proprio mentre il paese soffre? Se i partiti non capiscono i rischi che stiamo correndo, se continuano a rifiutarsi di lavorare assieme, abbiamo di fronte una difficoltà enorme". Tra le vie d’uscita dalla crisi indicate da Confindustria c’è un patto con i sindacati. "Nel momento più difficile della storia della nostra Repubblica abbiamo il dovere e la responsabilita’, a partire dalle parti sociali, di stringere un patto dei produttori. Un patto tra tutti gli attori della fabbrica con il quale ci si impegna per ricostruire il paese e contribuire alla nascita di una nuova rivoluzione industriale". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto manifestare la propria vicinanza agli imprenditori riuniti a Torino e in un messaggio ha manifestato "l’esigenza di un rilancio del comparto manifatturiero quale elemento essenziale della ripresa dello sviluppo economico del nostro Paese". Anche il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera – giunto inaspettatamente al convegno di Torino – ha detto di condividere "insofferenza e indignazione per i tempi della politica, che non hanno più nulla a che fare con i tempi dell’economia e dell’impresa. Che la situazione sia difficile – ha aggiunto – è verissimo e giustamente Confindustria denuncia questa situazione, che sappiamo essere figlia di almeno vent’anni di non scelte". Dal canto suo, il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani ha osservato che la politica del rigore, da sola, non basta: "I sacrifici se non accompagnati da politiche di crescita sono inutili e dannosi per la nostra economia" e si è augurato che presto le forze politiche trovino un accordo per dare un "governo stabile al paese". Il vice presidente del Centro Studi Confindustria e ad dell’Enel, Fulvio Conti, infine ha esposto la ‘terapia d’urto’ che l’associazione degli industriali ha messo a punto per un rilancio economico e sociale dell’Italia.