LE BOMBE ALLA MARATONA DI BOSTON: UN ATTENTATO ALLO SPORT SOCIALE E PER TUTTI

“L’attentato alla Maratona di Boston è esecrabile come tutte quelle azioni che causano vittime innocenti – dice Vincenzo Manco, neoeletto presidente nazionale Uisp – Inoltre, come già accaduto altre volte nella storia, e penso alle Olimpiadi di Monaco ’72 ma anche alla bomba di Atlanta ‘96, viene colpito un simbolo. La presenza stessa di atleti provenienti da tutto il mondo è un messaggio di convivenza pacifica tra popoli e tra etnie diverse. La comunità sportiva, in quanto realtà che costruisce ponti e che riesce implicitamente a promuovere il rispetto dei valori universali dei diritti umani, oggi si sente particolarmente colpita”.
"E’ un attentato cattivo, perchè colpisce non solo lo sport, ma il lato più bello dello sport: la socialità, la festa – dichiara Filippo Fossati, presidente Isca Europe – Non sappiamo ancora se è un caso, ma ha colpito all’arrivo non dei primi, ma degli ultimi, quelli che sono lì per divertirsi, le famiglie: si colpisce lo sport che unisce, l’attività di tutti. Gli Stati Uniti d’America sono uno dei luoghi del mondo dove c’è una più netta separazione tra lo sport di alto livello, che è business e spettacolo, e quello dei college, che è fatto di volontariato e socialità, in un paese che è su questo abbastanza avaro. È stato lanciato quindi un messaggio chiaro e il terrore, di qualsiasi matrice sia, sa che ha colpito nel posto giusto, della massima socialità e serenità".
"Proprio perchè lo sport sa essere comunità – continua Fossati – non si fa neanche intimidire. Siamo ancora più convinti del valore delle nostre proposte e non ci stancheremo di proporre momenti per far stare insieme le persone. Il mondo sportivo, anzi, da questi episodi sviluppa una sua rinnovata voglia di reazione, proprio perchè sa di essere un grande fatto collettivo di pace, sa che più cose fa più viene contrastata la cultura del terrore. Come parlamentare chiederò al Coni che nei prossimi giorni dia un segno di lutto e di partecipazione alle vittime di Boston".