E’ fondamentale che l’incertezza politica non si ripercuota sulla crescita economica. E’ quanto si legge nel Bollettino economico della Banca d’Italia. Secondo via Nazionale l’Italia deve "proseguire con politiche economiche efficaci e credibili, che interrompano la spirale recessiva in atto nel nostro paese quasi ininterrottamente dal 2008", ed e’ necessario "evitare che incertezze nel quadro interno e il riemergere di turbolenze nell’area dell’euro minaccino le prospettive di ripresa".
"Gli andamenti osservati nei primi mesi del 2013 indicano il protrarsi della debolezza del quadro occupazionale" si legge ancora nel Bollettino economico. La disoccupazione cresce soprattutto tra i giovani e tra i meno istruiti. "In febbraio il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’11,6%. Le retribuzioni unitarie reali, scese nel 2012 in misura piu’ accentuata rispetto al 2011, dovrebbero continuare a flettere nell’anno in corso, anche se a ritmi piu’ contenuti", aggiunge via Nazionale.
Secondo il Bollettino "nel quarto trimestre del 2012 il tasso di disoccupazione e’ cresciuto di due punti percentuali rispetto a un anno prima, all’11,6%. Il deterioramento e’ stato piu’ netto per i lavoratori con un basso livello di istruzione (dal 13,2 al 15,9% per quelli con la licenza elementare; dal 6,0 al 6,6 per i laureati) e per i piu’ giovani. Il tasso di disoccupazione nella fascia di eta’ 15-24 anni e’ salito dal 32,6 al 39,0%, il livello piu’ alto registrato dal 1992, il primo anno per il quale sono disponibili dati coerenti con la nuova Rilevazione sulle forze di lavoro; ha superato la meta’ tra le giovani donne nel Mezzogiorno".
Nel quarto trimestre del 2012 e’ continuato il calo dei consumi e "la tendenza sarebbe proseguita nel 2013, riflettendo le ancora fragili aspettative delle famiglie". "La dinamica negativa dei redditi e la forte incertezza sulle prospettive economiche e occupazionali delle famiglie continuano a influire sulla spesa per consumi, in calo da quasi due anni", spiega via Nazionale. Nel quarto trimestre del 2012 i consumi privati, spiega Bankitalia, "sono diminuiti dello 0,7 per cento sul periodo precedente.
La flessione e’ risultata piu’ accentuata per gli acquisti di beni durevoli e semidurevoli, mentre la spesa per servizi e’ tornata a salire, seppure lievemente.
Dalla meta’ del 2011 i consumi hanno segnato complessivamente un calo di oltre il 5 per cento, quasi il doppio di quanto registrato nel corso della recessione del biennio 2008-09, sebbene quest’ultima sia stata piu’ intensa in termini di flessione del Pil.
La contrazione dei consumi ha riflesso la riduzione del reddito disponibile (sceso del 4,8% in termini reali nella media del 2012), riconducibile soprattutto al peggioramento delle condizioni sul mercato del lavoro e all’incremento della pressione tributaria. Alla fine dell’anno il saggio di risparmio si e’ attestato all’8,3% (8,5 nel terzo trimestre), proseguendo la stabilizzazione in atto dall’inizio del 2011.
La fiducia delle famiglie resta fragile: in marzo i giudizi relativi alla propria situazione attuale e quelli sull’economia italiana sono rimasti ai livelli minimi di lungo periodo, sebbene alcuni segnali di minore pessimismo provengano dagli indicatori prospettici. E’ proseguita la decisa tendenza al ribasso del volume delle vendite al dettaglio e delle immatricolazioni di autovetture, che nel primo trimestre si sono ridotte del 4,7% rispetto al periodo precedente.