In Sicilia il 35,7% dei giovani tra 15 e 29 anni non studia né lavora (Neet). Un giovane su due è ufficialmente disoccupato, e la percentuale sale al 56,1% riguardo alle donne, è del 46,7% quanto agli uomini. Nell’Isola, inoltre, sono 35 mila i posti di lavoro perduti nel 2012 con un crollo del 4,1% dei consumi delle famiglie e del 12% degli investimenti delle imprese. Sono i dati, impietosi, della crisi economica e sociale siciliana, illustrati nel corso dell’XI congresso regionale della Cisl, apertosi oggi a Palermo. Il segretario regionale Maurizio Bernava ne parla a una platea di 560 delegati arrivati nel capoluogo siciliano per quello che è stato definito “il congresso dell’identità e dell’orgoglio dell’appartenenza Cisl”. Nei prossimi due anni, sottolinea Bernava, si avrà un’ulteriore diminuzione di Pil, consumi delle famiglie e investimenti. L’indebitamento delle aziende è alle stelle mentre le banche continuano a chiudere i rubinetti del credito. Insomma, il quadro è drammatico e mette “a rischio la già fragile coesione sociale” allargando ulteriormente le aree della precarietà, dei senza reddito, dei senza lavoro, dei senza attività. Da qui l’urgenza di una “strategia con poche priorità”. Al centro dell’agenda politica, afferma, andrebbero messi “azioni e programmi pluriennali, da qui almeno fino alla fine del 2016”, per attrarre investimenti di imprese produttive nel settore delle infrastrutture, in particolare. Servono, sottolinea, programmi per ridurre l’indebitamento di regione ed enti locali “con linee-guida e indirizzi per la riorganizzazione delle società con partecipazione e controllo pubblico”. Ma servono anche un piano straordinario del lavoro e un fondo per l’emergenza sociale “a sostegno delle crisi occupazionali, delle famiglie povere e degli indigenti”. Inoltre, “proponiamo – aggiunge il numero uno Cisl – che a sostegno dei programmi e delle azioni di riduzione del debito e di riorganizzazione delle partecipate, ci sia “una regia, un coordinamento delle attività, composto da Regione, ministero dell’Economia, sindaci, amministratori coinvolti e forze sociali”.