Tagliati 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici a sostegno dell’economia nel 2013. Quest’anno le risorse statali destinate alle imprese, all’agricoltura, al turismo, ai mercati, alla competitività e allo sviluppo ammontano a 2,86 miliardi rispetto ai 4,35 miliardi del 2012. Vuol dire che nel corso di questi dodici mesi dalle casse dello Stato usciranno 1,48 miliardi in meno rispetto allo scorso anno, con una riduzione non indifferente pari al 34,16%. Lo rileva un’analisi del Centro studi Unimpresa. Secondo la rilevazione, basata sul bilancio pubblico redatto dalla Ragioneria generale dello Stato, all’agricoltura, alle politiche agroalimentare e alla pesca nel 2013 sono destinati fondi per 669,7 milioni di euro, 137,3 in meno rispetti agli 807 del 2012 (-17,02%). Nel corso di quest’anno, poi, verranno erogati 2,15 miliardi di euro per la competitività e lo sviluppo delle imprese, un "capitolo" del bilancio pubblico che nel 2012 valeva 3,48 miliardi: la contrazione è del 38,22% pari a 1,33 miliardi. Sforbiciate per 16 milioni di euro pure le risorse per la regolazione dei mercati: rispetto ai 29 milioni di euro del 2012, quest’anno sono previste per erogazioni per 13 milioni di euro (-55,18%). E a dieta finisce anche il comparto del turismo che vede ridursi la quota di fondi pubblici del 9,68%: dai 37 milioni dello scorso anno ai 33,4 del 2013 (-3,5 milioni). "Per spingere la ripresa c’è bisogno anche del supporto pubblico sia con risorse dirette sia con l’alleggerimento della pressione fiscale sia con la semplificazione della macchina burocratica. Prendiamo atto, con rammarico, che al momento mancano tutti e tre i fondamentali pilastri pubblici per l’economia" osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Il fatto che siano stati tagliati di un terzo i fondi dello Stato destinati alle imprese è un ulteriore elemento di preoccupazione, anche perché il rigore sui conti pubblici imposto dall’Unione europea ha costretto l’Italia a rivedere sensibilmente la politica economica: il fiscal compact europeo porterà a una sempre maggiore contrazione della spesa statale destinata alle imprese e questa riduzione non potrà che contribuire ad allontanare il rilancio del Paese" aggiunge Longobardi. "In assenza di denaro fresco, il Governo di Enrico Letta dovrebbe premere sull’acceleratore per cercare di abbassare il peso dei tributi su chi fa imprese e per tentare di snellire l’apparato statale" osserva ancora il presidente di Unimpresa.